Il Movimento Cristiano Lavoratori, il cui Presidente nazionale è Carlo Costalli, vulcanico fiorentino che non crede nella mediazione linguistica quando si deve parlare di lavoro e lavoratori, dal Consiglio nazionale del Movimento, tenutosi a Milano proprio nei giorni in cui l'Expo vive la maggiore presenza di visitatori, trova l'occasione per tuonare contro la demagogia e rivendicare atti concreti contro la demagogia imperante.
La politica strabica dei falsi annunci
Infatti, mentre il Governo annuncia l'innalzamento dell'occupazione, l'approvazione di leggi a favore di giovani disoccupati e di interventi delle fasce più deboli, la realtà è ben diversa e molto preoccupante.
Mentre il programma del progetto "Garanzia giovani" segna il passo e mostra tutte le sue distorsioni e inadeguatezze, il Presidente Renzi e il ministro Poletti annunciano fatti miracolosi di decine di migliaia di posti di lavoro realizzati, ma contemporaneamente tutte le agenzie che misurano lo stato di salute della Nazione dicono l'esatto contrario.
Populistica euforia
Costalli contesta tutta questa populistica euforia che fa nascere nella società, giovani disoccupati, lavoratori e pensionati, professionisti e pubblici dipendenti, attese ed euforia che sono puntualmente contraddette dalla realtà; e mentre negli altri Paesi europei la ripresa è nei fatti, in Italia assistiamo alla politica che si rigira su sé stessa dimostrando di non possedere un progetto di sviluppo per il Paese dove il grosso problema che resta è costituito dal costo del lavoro che continua a lievitare mentre le retribuzioni continuano a perdere potere d'acquisto; gli sprechi restano, attacca Costalli, specialmente in quella parte della politica che vede Parlamentari arroccati alla propria retribuzione privilegiata e che risulta essere un pugno nello stomaco per le fasce medio-basse.
Essenza economica e assenza di lavoro
Il Presidente del Movimento Cristiano lavoratori passa ad attaccare quella economia che finalizza la crescita del potere finanziario senza avviare il motore della produzione, cioè il lavoro; si avvia, dunque la nascita di una società che aumenta in maniera forzata i bisogni di beni e servizi, ma non la produzione derivante dall'attività di persone, quindi una economia che fonda la sua essenza sull'assenza di posti di lavoro.
La stessa delocalizzazione, afferma Costalli, presuppone l'assoluta libertà dei mercati che sta alla base della libertà di movimento dei capitali senza regole verso altri capitali, senza considerare l'apporto umano e del lavoro.
Una politica moderata e un nuovo umanesimo
Qual è, dunque la soluzione? Essa è rintracciabile nella ricomposizione di un vasto movimento politico di moderati che riporti l'uomo al centro dell'universo esistenziale; il lavoro, la giusta retribuzione, la tranquillità sociale, la famiglia e le fasce deboli, la produzione e un più equo costo del lavoro devono essere i contenuti salienti di un vasto progetto politico da porre al centro dell'azione di governo.