È un Justin Bieber ingessato e un po’ meccanico quello che inaugura la seconda sera del live di X-Factor. Rinnovato (in parte) nell’aspetto ma non nei contenuti, sembra faccia fatica persino lui a lasciarsi trascinare dal ritmo della sua nuova hit, forse per colpa della tuta troppo cascante addosso o del cappellino – che è parte del personaggio ma spicca fuori posto con l’immagine da ragazzo ormai adulto che Bieber vuole cominciare a vendere.Fatto sta che preannuncia la direzione della serata, decisamente sottotono rispetto al live precedente.

Tante difficoltà, soprattutto per le band

Nelle intenzioni, dichiarate da Cattelan a inizio puntata, lo scopo sembrerebbe quello di movimentare il talent e costringere i giudici a tirare fuori il loro “lato cattivo”, mettendo tanta pressione addosso ai concorrenti.

Nei fatti più che alla tensione gli errori nelle performance dei cantanti finiscono per farsi ricondurre a una scelta dei pezzi tutt’altro che azzeccata, probabilmente nel dichiarato intento di metterli in difficoltà.

È così che soltanto Gio Sada – forte della sua esperienza – passa la prova a pieni voti, seguito a stretto giro da Luca che, pur alle prese con una cantante che non apprezza, tiene il palco con professionalità nonostante la giovane età.

Le band, protagoniste indiscusse della scorsa puntata, accusano il colpo: psichedelici e impeccabili i Moseek, ancora trovano dei limiti nella voce della loro cantante; i Landlords tengono bene il palco ma hanno poca coesione; falliscono clamorosamente – anche per colpa di problemi tecnici – gli Urban Strangers, forse rei di essersi troppo adagiati sugli allori.

Novità della serata è la decisione di portare ai ballottaggi ben quattro concorrenti, di cui due vengono salvati in corner dal televoto. Se Leonardo recupera alla grande l’inciampo della gara nelle eliminatorie, Margherita viene premiata, nonostante una quasi afona interpretazione della del Rey, per un pizzico di tecnica in più rispetto a Eleonora ed Eva.

È quest’ultimo che non passa le eliminatorie davanti ai giudici: ancora una volta questi ultimi, più che alla tecnica e alle capacità vocali dei concorrenti, trovano nella loro personalità e spendibilità nel corso del talent la vera discrimine della scelta finale.

Protagoniste della serata le complicate scenografie di Tommassini

Il bilancio di questa seconda puntata dei live non è dei più incoraggianti: la pressione sembra tutta sulle spalle dei giudici, più che dei concorrenti, che si affannano a esprimere commenti più taglienti e finiscono a volte per non trovare neanche gli argomenti tecnicamente più adatti a portare avanti i loro giudizi. Persino i piccoli battibecchi occasionali svaporano in un nulla di fatto, come se nessuno avesse voglia davvero di spezzare la tregua armata che regna sovrana sul talent.Le vere star della serata sono così le scenografie, la scelta delle luci e le coreografie nella persona di Luca Tommassini, più volte nominato e omaggiato dai giudici, neanche X-Factor fosse diventato un talent per giovani coreografi.

E, in effetti, se molte performance non finiscono nel dimenticatoio è proprio grazie ai ballerini e ai sapienti giochi di luce che mascherano e distraggono dagli inciampi dei concorrenti, consegnando allo spettatore un prodotto che sembra sempre confezionato in maniera professionale.Persino la vincitrice della quinta edizione, Francesca Michelin, resta ingolfata nell’immensa architettura di ballerini e video psichedelici, mentre la sua voce esita. “Più emozionata che alla finale di X-Factor”, dichiarerà a un Cattelan impegnato a strapparle più di qualche nervoso sorriso dopo la sua performance di metà serata.

E le riflessioni si moltiplicano: riusciranno le prossime puntate a riconciliare i concorrenti con il mondo della musica? O finiremo tutti per continuare a perderci nelle coreografie multicolore di Tommassini?Ai posteri l’ardua sentenza.