Sembra una di quelle leggi adatte per una discreta commedia e intrecci da cine-panettone per i quali i nostri sceneggiatori sono maestri nel mondo, potendocontinuare a produrre a iosa, senza timore di esaurire le proprie fonti di comicità.Esaminiamo la novità legislativa contenuta in uno degli ultimi emendamenti alla legge di Stabilità 2016e che prevede l'istituzione del Fondo di solidarietà per i coniugi in stato di bisogno.
Il senso di tale emendamento è in sostanza il seguente: se un qualche ex, o più raramente (ma questo è un altro discorso) una qualche ex, non paga l'assegno di mantenimento dovuto, dal primo gennaio 2016 sarà lo Stato a provvedere in parte con un versamento di solidarietà a tutela del coniuge in stato di bisogno.
La domanda per ottenere dallo Stato il pagamento, in tutto o in parte, delle somme dovute e non percepite potrà essere presentata al Tribunale più prossimo alla residenza dei soggetti interessati. Se, entro trenta giorni, il Tribunale approverà la richiesta, la trasmetterà al ministero della Giustizia, che determinerà i modi di erogazione e gli importi. Lo Stato poi potrà rivalersi sul coniuge moroso.
Attuazione pratica e perplessità
Ragioniamo: l’idea che sta alla base dell’emendamento è sicuramente piena di buoni intenti, ma, come spesso accade, la sua attuazione pratica, con un minimo di impegno deduttivo, suscita molte perplessità.Innanzitutto è riferita al solo coniuge separato, con conseguente esclusione di quello divorziato, già "preda del sistema" e spesso più bisognoso di tutela.
Ma soprattutto, in questo paese dove, con una facilità molto italiana, si possono non pagare i debiti e dove la “solidarietà” è spesso un'occasione per lucrare sui fondi ad essa relativi (si pensi al caso dei Rom in Mafia Capitale o all'accoglienza dei migranti in genere), questa soluzione del governo sembra poter produrre ulteriori occasioni di sfruttamento e finanziamento improprio.
Ricordiamo anche, a proposito, i multiformi esempi di falsi invalidi e di separazioni per motivi fiscali e per frodare i creditori (si lasciano i propri averi alla propria coniuge e ci si separa da lei: i creditori sono di fatto fuori gioco).
Il giro delle rivalse può dar adito perciò a una specie di nuova attività imprenditoriale: ad esempio se abbiamo una quantità di coppie di amici, fidanzate o sposate (possibilmente con prole) sarebbe possibile suggerire loro una pronta, concorde separazione, per accedere ai nuovi fondi.
Attenzione: potrebbe nascere una nuova categoria di matrimoni a scopo di lucro. Coppie bisognose che si uniscono, nellanostra poetica nazione(indipendentemente dall'età, dalla etniao dai sentimenti reciproci) e poi si separano (sempre con buona pace di etnia e sentimenti) proprio per accedere a tali fondi.
Tutto ciò che può accadere,accadrà
In un paese dove occupare in modo abusivo una casa o occuparla in subaffitto non è certo una novità, dove, anche indipendentemente dagli alloggi, il mercato dei falsi matrimoni(anche soloper ottenere permessi di soggiorno) è piuttosto fiorente, sfruttare una coppia separata o non separata (diciamo gestendo con una modica parcella di ritorno, tutte le pratiche richieste dalla burocrazia) potrà essere una nuova forma di imprenditoria creativa: la startup delle coppie in crisi (e naturalmente bisognose).
Credo che anche in questo caso tutto ciò che può accadere, accadrà.
È vero dunque: nonostante tutte le denigrazioni, c'è ancora grande possibilità di lavoro nel nostro paese, specialmente per chi è in grado di comprenderlo, osare, e sfruttarne le sue infinite, inesauribili risorse.