Per molti animali ogni giorno è l’inferno ma durante le feste l’ecatombe raggiunge vette impensabili. Quanto accaduto la tra il 10 e l’11 dicembre a Trani è sintomatico di più vizi della società che ritiene normale il massacro quotidiano di miliardi di individui, nati solo per essere fatti a pezzi. 17 suini che erano sfuggiti al massacro sono beffardamente tornati nell’inferno da cui la Giustizia poteva tirarli fuori. Una questione che farà sorridere qualcuno ma che cela illegalità e rischi per la salute di coloro avvezzi ad acquistare animali a pezzi.

Delitto perfetto

La denuncia di animaliliberi.org merita attenzione trattandosi di un vero e proprio rapimento, forse effettuato da più persone esperte e ben consapevoli di come fare senza neanche dover rispettare le norme vigenti. Rapimento di 17 esemplari liberati circa due anni fa dalle condizioni terribili in cui vivevano in attesa di essere macellati, posti sotto sequestro nel canile di Trani prima di essere destinati a oasi naturali in cui sarebbero stati accolti. La vicenda era sul punto di concludersi con l’imminente via libera all’adozione dei suini, una famigliola. Tutto vanificato dall’azione compiuta da ignoti nella struttura, che hanno sottratto gli animali al loro destino felice.

Qualcuno li mangerà, con quali rischi?

Parliamo di 17 maiali che verosimilmente saranno già finiti come tanti altri destinati alla macellazione e le cui carni alimenteranno gli italiani durante le feste. Tutto normale e perfino una buona notizia all’apparenza per chi ama i salumi. Se non fosse che 17 maiali non destinati alla macellazione da due anni sono mine vaganti dal punto di vista sanitario, essendo sfuggiti a tutti i controlli veterinari che la legge prevede nella filiera produttiva ed essendo sotto sequestro pur sempre in un canile, non un ambiente sterile – sebbene l’igiene sia un optional anche negli allevamenti - al di là delle cure di cui hanno goduto. Animali con un passato già fatto di abusi, rapiti e macellati senza essere certi di cosa si sta immettendo sul mercato, pur di incassare cifre maggiori in vista dell’ennesima festa a spese di vite ritenute inferiori.

Come quelle di tutti i cuccioli di maiale e non solo (perché quasi sempre di cuccioli gonfiati si tratta) che finiscono nei nostri piatti.

Una vicenda grave

Una vicenda grave quella di Trani, un’illegalità che dovrà per forza di cose essere perseguita dall’autorità giudiziaria perché gli animali rapiti erano al centro di un procedimento per la collocazione in strutture della Rete dei Santuari, attivatasi dopo gli appelli della Lega Nazionale per la Difesa del Cane (che aveva gli animali in custodia giudiziaria) e del ministero. Reato da perseguire in considerazione del fatto che tutte le azioni a tutela degli animali cosiddetti da macello o da laboratorio sono puntualmente seguite da processi e da condanne a carico di chi le pone in essere.

Questo perché si continuano a privilegiare la proprietà, il profitto alla vita preferendo considerare oggetti degli esseri senzienti e non dissimili dai cani che mai, almeno in Occidente mangeremmo; ma che accettiamo di torturare per finanziare ricerche che da 30 anni producono zero ignorando metodi alternativi. Dunque per questo atto che vede 17 maiali vittime di rapimento e uccisione fuori da ogni norma, ci si aspetta il medesimo rigore riservato a chi 'si permette' di dare da bere a esseri disidratati diretti al mattatoio o di salvare dei cani destinati alla tortura travestita da ricerca.