Una cosa sono le Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008), che impongono ai tecnici del settore tutta una serie di prove, indagini e misure essenziali alla definizione delle caratteristiche di resistenza e deformabilità di terreni, materiali e strutture, come appunto richiesto dalle N.T.C. prima di procedere alla progettazione di un’opera.
Un’altra cosa sono i regolamenti regionali che dispongono in merito alla procedura da seguire per la presentazione e l’approvazione del progetto dell’opera che si vuole realizzare. Sia che si tratti di una nuova costruzione, sia che si tratti di lavori di adeguamento, miglioramento o riparazione e interventi locali che interessino elementi isolati.
Regolamenti differenti per regione
Gli attuali regolamenti regionali si differenziano notevolmente da regione a regione, seppur tutti prendano spunto dalle rigide disposizioni tecniche del D.M. 14 gennaio 2008, alcuni prevedono per la procedura di presentazione e istruttoria dei progetti, vuoi per il semplice deposito, vuoi per il nulla osta sismico del progetto, procedure semplificate anche con l’ausilio dei sistemi digitali; altre utilizzano ancora la vecchia procedura cartacea.
Gli ex uffici del Genio Civile, oggi Uffici Tecnici regionali di Vigilanza sulle Norme Sismiche, procedono spesso nell’istruttoria dei progetti dando una propria interpretazione della norma nazionale e del regolamento regionale in vigore nel territorio di competenza.
Tale fatto genera un’esasperante conflittualità tra i Funzionari del Servizio Tecnico Regionale e i tecnici liberi professionisti, a volte vessati dalle richieste non sempre logiche e legittime dei burocrati. Di conseguenza, tale disfunzione comporta eccessivi ritardi nell’evasione delle autorizzazioni che si ripercuotono negativamente sia sulle necessità di edificare degli utenti, sia sull’economia del settore edile
Regole uniformi
Visto l’elevato rischio sismico del 50% del territorio nazionale e i vari gradi di criticità del rimanente 50%, sarebbe opportuno emanare un regolamento unico nazionale molto più snello, in modo tale da ridurre le procedure burocratiche, ma allo stesso tempo disporre controlli severi in situ, al fine di controllare l’avanzamento dei lavori di costruzione e la conformità al progetto presentato agli Organi di Vigilanza per la preventiva autorizzazione.
Non sono rari i casi in cui sono state riscontrate difformità strutturali, purtroppo, solo dopo eventi sismici di notevole energia che hanno causato il crollo di fabbricati e la perdita di vite umane. Un esempio è l’evento sismico avvenuto il 6 aprile 2009 all’Aquila che ha fatto registrare tra gli altri edifici, il crollo della Casa dello Studente che provocò la morte di otto ragazzi.
Controlli in situ durante i lavori
Serve a poco presentare per l’approvazione all’Ufficio Tecnico competente per i vincoli sismici un elaborato progettuale rispettoso di tutte le disposizioni di legge, se poi durante la fase di realizzazione non è previsto per regolamento, durante l’avanzamento dei lavori un costante controllo delle strutture. Altrettanto dannoso per l’incolumità delle persone è stato il fatto di delegare alle regioni la formulazione di regolamenti in ambito di vincolo sismico.La soluzione alle molteplici problematiche di natura tecnica e burocratica sarebbe quella di emanare un regolamento unico nazionale, snello e di facile interpretazione, che preveda però l’obbligo per gli Uffici competenti, severi controlli in situ prima, durante e dopo l’ultimazione lavori. Si garantirebbe così, veramente la massima sicurezza per le persone, in caso di terremoto.