La Paz, soave capitale della Bassa California affacciata sul Mar di Cortez, ha un lato oscuro costituito da una lunga scia di sangue inarrestabile, e di cui la stampa internazionale non si occupa. La cittàsi presenta ai turisti con il suo lungomare placido, il Malecon, dove si può passeggiareserenamente, godendosi il panorama. Il Messico qui è dolce e garbato, e conserva la propria tradizione con orgoglio.

Un equilibrio perfetto, lontano dai fatti di Cronaca Nera del continente, dove le faide tra i cartelli di narcotrafficantisconvolgono il paese.Ma dal 2014 qualcosa è cambiato, un’ombra lunga si è presa i vicoli che portano al lungomare, insinuandosi furtiva tra i rampicanti dellebouganville, macchiando le immacolate panchine da cui ammirare il tramonto; un’ombra malvagia che ha tolto la pace a coloro che sono nati e vivono qui da generazioni: il lato oscuro.

I fatti

Tutto è cominciato il 31 luglio 2014, con il ritrovamento di tre uomini uccisi e lasciati sulla strada polverosa della periferia, a Los Planes, dove qualche attimo prima la vita scorreva sonnolenta.Non un caso isolato, ma il primo di una lunga serie di drammatici eventi, una mano che con arroganza è arrivata fino a Malecon e alle sue panchine immacolate.

Sono cominciate le sparatorie notturne nei quartieri al di là del Forjadores Boulevard, la striscia di asfalto che separa i quartieri dallestrade di terra da quelli con i marciapiedi.Da quell’estate in poi, mantenendo un ritmo serrato, le sparatorie hanno oltrepassato quel confine immaginario tra la sicurezza e la terra di nessuno, spingendosi fino al lungomare e ai parcheggi dei centri commerciali.

L’appuntamento con la morte è stato rispettato ogni mese, con numeri impressionanti di esecuzioni, a volte 5 in un giorno, con cadaveri crivellati trovati in strade deserte, abbandonati carbonizzati tra i cespugli.Nella notte dell’11 marzo 2015, un folle inseguimento con sparatoria tra un pick up e una camionetta della Marina Militare sveglia di soprassalto il centro cittadino, terminando poi sul Malecon.

Poche ore dopo, alla luce delgiorno, vengono trovate due granate inesplose sotto le immacolate panchine, in balia di turisti e bambini.

Un varco si era fatto strada in quel lato oscuro.Ma di tutto questo nelle cronache internazionali non si facenno, nemmeno quando una brigata di uomini armati di AK47attacca tre imbarcazioni di turisti al largo della costa.Un evento mai accaduto prima, che ha costretto le ambasciate francese e tedesca a diffondere un avviso di allerta per coloro che intendono recarsi a La Paz.

La situazione attuale

Il Governo, con l'aiutodi esercito e armata marina, ha stretto la morsa con posti di blocco e controlli serrati, ma la popolazione è stanca eimpaurita. Il clima è apparentemente inalterato, ma il sorriso degli abitanti stride con il continuo passaggio delle camionette dell’esercito: a La Paz è arrivatala guerra tra clanattraverso ilcollegamento via ferry boat con il Sinaloa, autentica fucina di narcos disposti a tutto per accaparrarsi il mercato della Bassa California.L’ondata di violenza ha prodotto fino ad oggi più di 180 omicidi e non accenna a diminuire, nonostante l’arresto di El Chapo, il boss del narcotraffico che proprio a La Paz arrivava con l'aereo personale per incontrarsi conla sua amante.

E ora, quando si cammina lungo il Malecon giungendofino all’arco del lungo pontile, accolti dallascritta “La Paz, puerto de ilusion”, ti si appiccica addosso una mestizia da riso amaro, un'omertà dovuta e voluta.