Il coinvolgimento, in qualche modo, di un volto noto come quello di Sean Penn nell'arresto del più pericoloso dei boss del narcotraffico in Messico, rialza l'attenzione su una vera e propria guerra. Non ci sono altri termini per definire quella che il governo messicano combatte da circa dieci anni contro i cartelli della droga. Fu il presidente Felipe Calderon, eletto alla guida del Paese nel 2006, a dichiarare "guerra aperta" al signori della droga. In sei anni del suo mandato si registrano 80 mila vittime e 16 mila desaparecidos, con perdite da ambo le parti.

Dal 2012 ad oggi, gli anni della presidenza Nieto, i morti sono stati oltre 20 mila ed oltre 10 mila persone scomparse.

I principali cartelli della droga

Oltre a Sinaloa, guidato da El Chapo Guzman recentemente arrestato, in Messico si contano attualmente altri quattro grandi cartelli della droga. Il principale rivale di Sinaloa è il cartello Los Zetas, creato nel 1999 da reparti paramilitari dell'esercito messicano. Minore influenza hanno i cartelli del Golfo, di Jalisco e di Juarez, quest'ultimo noto in particolare per le tante violenze ed omicidi di donne nel territorio di Ciduad Juarez.