Il tema è delicato, ma in democrazia la dissidenza è certamente l'abc. Ci permettiamo di dissentire sulle dichiarazioni del Presidente della Repubblica italiana di questi giorni sulla questione epocale migranti. Secondo Mattarella, l'Italia sarebbe all'avanguardia nella gestione umanitaria di tale emergenza. Forse gli italiani non concordano e visto il ruolo di Mattarella, qualche dubbio cartesiano non ci pare scandaloso.

L'Italia buonista e benista

Nello stesso tempo, da anni, i famosi Marò, due italiani sono praticamente uno agli arresti diversamente domiciliari in Italia, l'altro ancora diversamente sequestrato in India: gli esiti tutt'ora incerti per reati improbabili ben noti, accusati di azioni criminose in acque territoriali internazionali contro presunti innocui pescatori autoctoni.

Inoltre, cronache di queste ore, 2 dei 4 italiani, liberi lavoratori, sequestrati in Libia l'estate scorsa dall'Isis islamico, sono morti in un un conflitto con le forze governative, nei fatti se non intenzionalmente usati come scudi umani. Ergo, l'Italia inerte persino all'estero con propri connazionali è invece operativa verso gli stranieri!

Citiamo questi dati di fatto come iperboli, è persino populistico semplicemente evidenziare che mentre lo stato italiano utilizza risorse pubbliche per umanitarismo verso i migranti, non discernendo inoltre, come ormai ufficialmente conclamato (dopo anni di negazionismo) tra veri disperati, rifugiati politici, delinquenti e potenziali terroristi, la crisi epocale ha innestato fenomeni di povertà autentica per gli italiani stessi, nei fatti non privilegiati secondo logica priorità, come pure imporrebbe certa costituzione che si chiama della Repubblica Italiana e non Multietnica italiana, fino a prova contraria, anzi penalizzati con probabili e inquietanti fenomeni futuri di grave tensione prevedibile, di questo passo, se non si cambia rotta.

Orwell è tra noi

1984, bestseller fantascientifico di George Orwell, del 1948, è diventato metafora sempre più diffusa dalle opposizioni italiane come denuncia simbolica di certa Realtà italiana e sociale, dove la mistificazione sistematica prevale sulla percezione verosimile del Reale: un mondo con i valori capovolti, patologicamente condivisi dai governanti e dal popolo stesso.

Ovviamente Mattarella non è il Grande Fratello ben noto della previsione sociale orwelliana, ma sulla questione migranti, la fantasia sembra tragica e concreta realtà. Parlare poi di avanguardia rasenta, come fiction e manipolazione del popolo italiano, le parate storiche sovietiche ben note alla vigilia del crollo del muro di Berlino degli anni '80.

Rispetto al romanzo, tuttavia, come accennato, in Italia il popolo non è così lobotomizzato: è praticamente spaccato in due, ormai; da un lato le forze politiche e cosiddette progressiste in sintonia con il Presidente italiano, dall'altro, come poi dimostrano le cronache e infiniti talk show televisivi stessi, lasciando stare Internet stesso, la domanda di politiche nazionali (se possibili europee) diverse, più rispettose degli italiani, della nostra stessa storia secolare civile e culturale, di sicurezza concreta, dove necessario relativamente repressiva (come poi prevedono gli stati moderni democratici, né anarchici né totalitari) sembra un vulcano pronto a esplodere. Forse un presidente della Repubblica, ovvero di tutti gli italiani, dovrebbe evitare posizioni ufficiali cosi realpolitik e discutibili.