Oggi si terranno le elezioni presidenziali in Austria. Il Partito della Libertà, di estrema destra, ha vinto al primo turno e promette mura e soldati lungo il Brennero. Nel frattempo le politiche internazionali continuano a promettere sicurezza. Ma siamo certi di avere bisogno di essere protetti da una guerra che non abbiamo voluto noi?

La guerra è sempre stata orribile, soprattutto perché non si sa mai esattamente il perché si combatte. Continueremo a chiederci il perché di un fenomenoche non ha una vera spiegazione sul piano razionale e soprattutto su quello umano?

E, per la stessa ragione, scopriremo mai perché stiamo assistendo a quella che alcuni politici europei già iniziano a chiamare guerra mentrealtri stanno bene attenti a non farlo?

I conflitti attuali si combattono su due campi: economia e terrorismo

Terrorizzati alla vista del sangue, crediamo a tutto ciò che ci viene detto pur di non finire anche noi nel mirino del terrorismo. Istinto di sopravvivenza? Odio represso? Egoismo mascherato da solidarietà? Siamo sicuri che odiare il cattivo ci aiuterà a capire chi sono i buoni? O che abbia senso dividere il mondo in buoni e cattivi, bene e male assoluto, come sentenzianoalcune grandistar incontestatedell’informazione?

Bisognerebbe chiarire anzitutto che i “cattivi” non sono sempre musulmani praticanti; sarebbe troppo facile dividere i popoli secondo gli stereotipi che vengono loro attribuiti.

Gli attentati di Boston nel 2013 e in Norvegia nel 2011, per fare un paio di esempi, sono stati eseguiti rispettivamente da un ceceno e da un norvegese. Mattew Levitt, un esperto di terrorismo, ha dettoin una lungaintervistarilasciata all’Eyewitness News: “Molti dei volontari che vanno a combattere per il gruppo Stato islamico non sono devoti musulmani reclutati in moschea, ma piccoli criminali che cercano fama, senso di appartenenza e una ragione di vita”.

Dopo gli attentati,le politiche di destra diventano forti e convincenti, conquistano voti, consensi della massa impaurita. “Distruggere l’Isis è la priorità numero uno”, è il motto. La lotta contro le stragidiventa la loro bandiera in campagna elettorale e diventano icone della giustizia e della verità. Le-Pene il Front- National sono i favoriti in Francia; Matteo Salviniin Italia vuole chiudere le frontiere;Donald Trumpinvitaaddirittura aeliminarele famiglie dei musulmani per sradicare il problema dalla “nascita”; e in ultimo il leader del Partito della Libertà, dell’estrema destra, Norbert Hofer, che ha già vinto al primo turno e oggi potrebbe diventare il nuovo presidente austriaco.

Alcuni sospettanoche dietro il terrorismo si nascondano manovre a noi sconosciute.Mustafa Akyol, giornalista e conferenziere turco scrive sull’Hurriyet Daily News: “Il terrorismo non è un mostro informe, ma una tattica usata per promuovere delle cause politiche”. La domanda a questo punto è: ci stiamo avvicinando a una guerra o ci siamo già? Ibombardamenti in Siria, le morti di Aleppo, come chiamate voi tutto ciò?

LoStato islamico minaccia il resto del mondo, infedele e peccatore, che vuole chiudere le porte del loro paradiso pieno di vergini vogliose. In questa fase della follia umana ritroviamo gli interessi dei grossi gruppi industrialie mi chiedo: cosa è cambiato da quando i cristiani, i figli illegittimi diGesù, partivano a migliaia, armati,con una croce in petto e sterminavano chiunque non si inginocchiasse davanti alla Bibbia, un libro che non sapevano neanche leggere, perché era scritto in latino?