Mia madre mi racconta sempre di quando alla fine degli anni '60, appena diciannovenne, lasciò l'Italia in cerca di fortuna e la Francia la accolse immediatamente a braccia aperte. Da giovane diplomata trovò subito impiego in un liceo di Nizza e cercò alloggio in quella meravigliosa città. Sorpresa dagli alti costi degli affitti, ne chiese i motivi alla titolare della pensione la quale rispose "Signorina, a Nizza si paga il sole!".Mia madre ricorda sempre quello nizzardo come il periodo più bello della sua vita, in una Nizza accogliente e multietnica dove una giovane donna poteva lavorare, vivere, divertirsi e respirare un clima di libertà.

È proprio questo che l'ISIS ha voluto colpire, ancora una volta. Dopo Charlie Hebdo, dopo il Bataclan, luoghi dove la serenità, garantita da diritti conquistati col sangue del popolo oltre duecento anni or sono, viene giustamente "vissuta" e celebrata.Era infatti in corso lo spettacolo dei fuochi d'artificio per la festa nazionale del 14 luglio quando, sulla promenade Des Anglais, un camion ha travolto all'impazzata migliaia di francesi e turisti in strada fin quando la folle corsa non si è arrestata con l'uccisione dell'autista, un trentunenne di origini tunisine. Oltre 80 i morti sulla strada e sulla vicina spiaggia a disegnare una scena raccapricciante e surreale allo stesso tempo. L'ennesima tragedia in Francia, l'ennesimo affronto al mondo.

Inutile dire che questo non è stato un attacco alla Francia ma alla civiltà, alla democrazia, alla modernità beffata dalla barbarie nei moderni servizi di Intelligence. Ancora una volta l'Occidente è stato colpito al cuore dei suoi stessi principi fondanti. Dei diritti garantiti anche a chi un giorno ha deciso di rinnegare l'accoglienza e ripagare col più basso dei tradimenti donne, uomini, bambini che celebravano uguaglianza, libertà, fraternità tramortendoli con la forza della violenza omicida.Ma nessuno, neanche la cieca follia umana, potrà impedire domani al sole di splendere su Nizza.