La nuova trovata del Ministero della Salute non lascia scampo: il tempo nell'orologio biologico della donna scorre inesorabile. La nuova campagna di sensibilizzazione volta a promuovere e invogliare le famiglie a procreare ha avuto l'esatto effetto contrario. Slogan in cui si sottolinea che"la bellezza non ha età ma la fertilità si" o che "la gravidanza dura più di un contratto", dovevano scatenare nelle donne un'irrefrenabile senso materno. Mai frasi furono più errate e fuori luogo. Campagna di sensibilizzazione che in realtà ha ben poco di sensibile.
Libertà della donna di scegliere
La prima sensazione che personalmente ho avuto è stata simile a quella che si prova quando il treno è in partenza e tu sei ancora troppo lontano per riuscire a salire al volo. Leggendo gli slogan ho pensato "Oh mio Dio siamo tutte in ritardo coi tempi". Sono in ritardo io a 31 anni ma forse lo è anche la vicina che di anni ne ha 20. Tutte noi ben sanno che l'orologio biologico spesso non aspetta il lavoro perfetto o il compagno perfetto. Ma ciò che forse sfugge è proprio la libertà di scelta della donna di avere un figlio, anche quando il lavoro e il compagno perfetto fanno parte della sua vita. L'intenzione di avere figli infatti è qualcosa che non tutte le donne sentono.
Si tratta di un momento della vita che, a detta della maggior parte delle mamme, è fantastico e irripetibile. Ma il senso materno è un istinto naturale: o ce l'hai o non ce l'hai.
Fertility Day e la campagna di non-sensibilizzazione
In un Italia in cui la gente muore sotto le macerie di costruzioni fatiscenti e gli anziani dormono per strada, l'utilizzo di soldi pubblici per tentare di invogliare le donne a far figli appare alquanto discutibile.
Molte famiglie infatti desiderano avere dei figli. Ma quantedi loro se lo possono permettere? Poter avere dei figli al giorno d'oggi è un vero e proprio investimento. Ai tempi dei nostri nonni appariva naturale, sei bocche da sfamare erano dodici braccia che garantivano forza lavoro. Ora che il lavoro manca per tutti, una bocca da sfamare rimane una bocca da sfamare.
Difficoltà economiche in primis, ma non dimentichiamo chi, invece, i soldi per fare un figlio li ha ma non può comunque procreare. Perché purtroppo sono tante le coppie che per svariati motivi di salute non possono avere i figli. E allora provano ad adottarli perché il loro sogno è veder sgambettare un bellissimo bambino nel giardino di casa. Ma basta il loro volere? Assolutamente no!
Una buona ed efficace campagna di sensibilizzazione dovrebbe garantire non solo la possibilità per tutte le famiglie di poter allevare dei figli e poterli materialmente concepire. Snellire le pratiche per le adozioni, ridurre i costi della sanità e perché no, garantire un reale futuro ai bambini che verranno messi al mondo. Non è di slogan che vive unafamiglia ma di azioni concrete che garantiscano ogni giorno un pasto caldo e un tetto solido sopra la testa.