Paolo Di Canio è un ex calciatore e ora commentatore televisivo, in passato già multato con un'ammenda di 10.000 euro per aver esultato in un derby con il saluto romano. Lo sportivo si è sempre dichiarato orgoglioso della sua fede politica ed è stato ospite in Tv anche in passato. Di recente Di Canio commentava il calcio su #Sky sfoggiando un tatuaggio con scritto "Dux", che tra l'altro non è l'unico suo tatuaggio a fare riferimento al fascismo. Dopo che gli utenti dei social si sono lamentati, Sky ha deciso di licenziare Di Canio e togliergli così il programma.
Nel frattempo Facebook, come sempre, è diventato un calderone di opinioni e polemiche.
I concetti chiave e le questioni che girano in rete sono riassumibili così:
Essere fascisti è reato
Non è vero. In Italia non si punisce per legge chi ha certe idee. Quello che è reato, secondo la legge Scelba del 1952, è l'apologia. L'applicazione di questa legge però è molto controversa, perché se fosse stata sempre presa alla lettera, partiti come M.S.I. e A.N. e i loro esponenti politici, sarebbero stati fuori legge. Quindi si gira intorno alla questione dicendo che il reato è l'apologia finalizzata alla ricostruzione del Partito Fascista. Vengono cioè puniti quei movimenti che si richiamino esplicitamente al fascismo e dichiarino intenti sovversivi.
Detta così, un tatuaggio e un saluto non dovrebbero essere illegali. Per fare una metafora: indossare una maglietta con scritto "cocaina" e spacciare cocaina sono due cose diverse. La letteratura giuridica ci racconta però di casi in cui il saluto fascista è stato tollerato e altri in cui è stato punito, a discrezione dei magistrati, che in pratica interpretano di volta in volta le intenzioni di chi espone simboli fascisti, con una distinzione simile a quella tra uso personale e spaccio di droga.
Oltretutto i simboli (calendari e magliette del Duce, stemmi, tatuaggi) ci sono e non sono illegali. Nel caso di Di Canio, essendo un personaggio pubblico, si è più intransigenti. Per esempio, sempre nel calcio, vengono punite le bestemmie. In Italia la bestemmia non è più reato dal 1999, ma per una questione di educazione si puniscono calciatori e allenatori che si esprimano con linguaggio blasfemo.
L'ultimo sportivo multato è stato l'allenatore del Chievo Maran, che è stato beccato dalle telecamere mentre bofonchiava una bestemmia tra sè e sè, scontento della sua squadra.
I comunisti possono farlo liberamente
In Italia non esiste una legge che riguardi l'apologia di comunismo per il semplice fatto che non c'è mai stata una dittatura comunista. Il Partito Comunista in Italia è stato fuorilegge solo durante il fascismo. Inoltre i comunisti hanno contribuito a scrivere la Costituzione italiana, che si dichiara antifascista. Di conseguenza il pugno chiuso alzato non costituisce né reato, né motivo di sanzione.
Quelli di Sky sono ipocriti
Le idee di Di Canio sono note a tutti da anni, ma non devono, dato che siamo in democrazia, essere un ostacolo alla sua carriera professionale.
Resta però una questione di opportunità legata al buon senso di prevedere che un conduttore televisivo con il tatuaggio del Duce potrebbe suscitare polemiche e di chiedergli quindi di coprirlo. Allo stesso modo farebbe discutere se un conduttore televisivo indossasse una maglietta di Provenzano o mostrasse un tatuaggio con scritto "cocaina". I dirigenti della Juventus fecero coprire il tatuaggio di Che Guevara a Miccoli, perché evidentemente non approvavano le sue idee. Anche i datori di lavoro di Di Canio di volta in volta possono chiedergli di non ostentare i simboli fascisti, a maggior ragione data la legge Scelba che, pur con tutti i cavilli del caso, pone dei limiti e comporta dei rischi.
Concludendo quindi sono stati ingenui i dirigenti di Sky a non prevedere le polemiche e a non sapere che Di Canio ha (da anni) quei tatuaggi. Se invece lo sapevano e lo hanno mandato comunque in onda, allora sono stati ipocriti a licenziarlo. #Di Canio #calcio #apologia