hillary clinton ha dovuto lasciare la cerimonia commemorativa dell'11 settembre a New York per un malore. I medici che l'hanno in cura hanno diagnosticato una polmonite, che andrà curata con la normale somministrazione di terapia antibiotica, oltre a tanto tanto riposo.
Il fattore salute
Riposo è una parola quasi sconosciuta ed estranea alla candidata per le presidenziali USA, specialmente a pochi mesi dalle votazioni. Ma sembra proprio che il fattore salute sia quello che potrebbe far perdere proprio la Clinton. Da mesi ormai Donald Trump ha messo in guardia gli elettori sulle precarie condizioni di salute della Clinton, affermando che per fare il Presidente degli Stati Uniti d'America occorre star bene.
Dopo le immagini di ieri - riportate dai media internazionali - che ritraevano la Clinton sostenuta dagli uomini della sicurezza mentre barcollava lungo il breve viale che conduceva alla sua macchina, le illazioni sul futuro elettorale della Clinton si moltiplicano. Un colpo di calore secondo i fedelissimi della Clinton, che va collegato ad una forte disidratazione nonché ad una polmonite diagnosticata venerdì scorso, che per ovvi motivi è stata tenuta celata. Accompagnata a casa della figlia Chelsea -poco distante dal luogo delle celebrazioni del World Trade Center - Hillary è riapparsa dopo un paio d'ore in strada ed in piena forma. Ma probabilmente quelle due ore potrebbero aver cambiato il destino politico della Clinton, nonché il futuro di un'intera nazione.
Gli elettori vogliono la verità
Ed è proprio la mancanza di trasparenza - aspetto della Clinton ampiamente criticato da Trump e seguaci - nell'aver omesso la notizia prima e nella successiva gestione dell'informazione da parte della Clinton e del suo staff che getta più ombre che luci sull'aspirante Presidente.I non detto, l'opacità e l'omissione delle informazioni possono rilevarsi un boomerang per Hillary, perché gli elettori americani non possono votare chi non dice la verità, con il conseguente dubbio se, polmonite a parte, un soggetto del genere potrà mai essere a capo degli Stati Uniti d'America.