La prima banca di Germania sarà sanzionata di 5 miliardi di dollari invece dei 14 inizialmente richiesti dal dipartimento della giustizia americano, per aver partecipato al banchetto tossico dei mutui che ha portato alla crisi mondiale del 2008.
La banca ha interessi nel mercato immobiliare nei mercati di Tokio, Londra, New York e questa sanzione, a detta dei maggiori interpreti finanziari mondiali potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso; visti anche i tanti passi falsi che dall' inizio dell' anno hanno visto crollare il valore dei titoli dell' istituto del 48%: si prevedono inoltre migliaia di licenziamenti per poter salvare il salvabile.
La situazione della Deutsche Bank
Le voci di una possibile insolvibilità della Deutsche Bank fanno temere la stessa parabola economica della Lehman Brothers, anche se le dichiarazioni immediatamente rilasciate dal CEO John Cryan assicurano gli investitori sulla solidità dell'istituto e cercano di porre un freno alla emorragia di capitali.
Il giro di affari della banca siaggira intorno ai 2 trillioni di dollari e la ricerca immediata di liquidità ha portato sul tavolo circa 240 miliardi di dollari ben oltre la solvibilità delle sanzioni e dell'aleatorio rimbalzo in negativodel valore delle azioni.
Anche il ricorso ad un eventuale bailout per salvaguardare i fondi di investimento sembra remoto viste anche le politichecomunitarie recentemente ritoccate dalla BCE sulla base delle stringenti richieste avanzate in particolar modo dal governo tedescoper condannare definitivamente idissennati investimenti degli istituti di credito.
Quali saranno le conseguenze?
Effettivamente i rumors che vedono la prima banca tedesca sull'orlo del fallimento sono tendenziose e fanno il gioco degli speculatori internazionali interessati ovviamente all'amplificazione mediatica dell'epifenomeno per favorire la paura e la conseguente fuga di capitali; le conseguenze e leimmediate ricadute economiche andranno a scapito di ignari cittadini che insieme alla perdita dei posti di lavori si vedranno privati della dignità ed a loro volta incolperanno gli attori responsabili di un mercato sempre più cinico ed impersonale.
Il problema però di queste cicliche febbri risiede molto più nel profondo, che non nelle cause sistemiche di unmeccanismo che non permette interpretazioni filosofiche, e nella fattispecie, ad un livello antropologico.
Ovviamente gli istituti di credito ed i maggiori gruppi finanziari non hanno alcun interesse a che venga regolamentato un settore che promette maggiori guadagni per la deregolamentazione dello stesso; le risposte ce le aspetteremmo dalla politica ma a dispetto delle dichiarazioni di acquiescenza verso un'umanizzazione dell' economia, nei fatti, nemmeno tenta di imbrigliare le cause eziologiche di questo cancro che ha mietuto e continua a mietere vite.
Al contrario vengono garantiti piccoli e grandi sgravi fiscali a chi investe capitali in questo gioco al massacro che vede pochissimi vincitori e moltissime vittime.Ecco perché tutto verrà messo velocemente a tacere, i debiti verranno pagati ma ovviamente i licenziamenti già annunciati, per meglio poterne attuare le condizioni e motivare le coscienze, verranno resi effettivi nei numeri, per difetto sicuramente.
I debiti/crediti non ammettono opinioni sulla solvibilità, e le ricadute colpiranno come sempre le fasce più deboli della società, i veri ammortizzatori sociali che non hanno se non poca e superficiale visibilità sui tabloid nazionali.