Gli Atenei italiani stanno attraversando in questa fase storica una tormentata e travagliata agitazione. Di certo non è dovuto alle solite rimostranze studentesche, peraltro molto flosce in questo periodo (forse perché al governo ci sta un esponente del Pd?) e non si prospettano al momento "autunni caldi". Ma nonostante ciò le acque rimangono agitate, quasi in uno stato di psicosi. Questo perché?
Il Decreto Natta
Il governo, nella sua volontà riformatrice, ha emanato nei giorni scorsi un decreto che istituisce dei commissari, su indicazione governativa, che dovranno selezionare le assunzioni dei professori universitari.
Una vera e propria rivoluzione, che ricorda, come unico precedente storico, quelli istituiti dal Fascismo. L'Autonomia del mondo universitario quindi verrebbe di fatto messa in discussione e soprattutto verrebbe politicizzata la selezione degli insegnanti di ordine superiore. Ufficialmente il governo ha proposto questa soluzione per debellare il fenomeno dei cosiddetti "Baroni" che infestano e squalificano il livello della formazione superiore italiana. Ma ovviamente, creando di fatto una selezione non tanto sul merito ma sull'influenza politica, questo decreto non potrà che portare a dei "Super Baroni", e per giunta fedeli al governo di turno. Roba vergognosa e al limite della decenza.
In tutto questo bailamme, o deriva politicista delle Università, però non troviamo nemmeno un accennato riferimento, discorso o almeno un'interpretazione che dovrebbe rappresentare il mondo accademico nel suo insieme: gaetano manfredi, Presidente dei Rettori Italiani e Rettore della Federico II di Napoli.
Il Magnifico dei Magnifici Rettori perché non parla?
Qualche avveduto e forse poco incline alla diplomazia conoscitore del mondo accademico ha fatto notare che Gaetano Manfredi è fratello di un altro personaggio famoso, Massimiliano Manfredi, parlamentare Pd molto vicino alla Ministra Maria Elena Boschi e al pittoresco Governatore della Campania Vincenzo De Luca. Voi credete che il Magnifico Rettore parlerà? Staremo a vedere.