Finalmente la grandememoria culturale e socialedi questo tempo contemporaneo, nonché vera e propria forma d'arte, ha ottenuto l'attenzione che aspettava, non molto silenziosamente, da più di cinquanta anni. Una vera e propria rivoluzione del Cinema italiano,che avrà grazie a questo documento, la possibilità di poter accedere a 150 milioni provenienti dai programmi e dalle trasmissioni televisive, dalla distribuzione cinematografica e dai servizi di accesso ad internet da parte delle compagnie telefoniche. A partire dal 2017 l' 11% di questo tesoretto andrà a costituire questa sorta di fondo per l'autofinanziamento, che non potrà mai scendere sotto i quattrocento milioni di euro.
Il suo 18%, invece, sarà destinato ai giovani e promettenti autori,mentre il 3 % verrà destinato all'educazione alla cinematografia ed agli audiovisivi all'interno delle scuole. Spazio, quindi, per i giovani ed i giovanissimi talenti, costretti fino ad ora a lavorare nell'ombra ed ai quali viene data la possibilità di esternare la propria abilità e la propria arte, potendo dire la loro opinione, ancora poco condizionata e per questo più reale.
Questo, però, è solo l'inizio perché vi è un punto in questa nuova legislazione che rappresenta, a mio modesto parere, l'aspetto veramente rivoluzionario: l'eliminazione delle commissioni ministeriali per la censura,predisposte a mettere in atto tutte quelle castranti procedure per poter esercitare l'assoluto controllo su di un'opera, sia esso preventivo, in itinere, o successivo all'uscita nelle sale.
Forse se ne è sempre parlato troppo poco, ma attraversando anni, regimi e democrazie, cristiane e non, lo stato si è sempre riservato la possibilità di compiere tali interventi. La prima legge risale al lontano 1913, dimostrando che già era ben chiaro a molti l' enorme potere che avrebbe potuto acquistare il cinema a livello di comunicazione.
Da allora la censura ha colpito moltissimo, anche quando non serviva, permettendo a molti capolavori di finire cestinati e a molti menti creative di finire dimenticate. Un vero e proprio controllo della libertà di espressione. Si voleva impedire il diffondersi di spettacoli osceni ed indecenti o troppo impressionanti. Si compivano tagli a ciò che avrebbe potuto nuocere al prestigio delle autorità o che compivano denunce ai mali della società contemporanea.
La Costituzione stessa, nel suo famoso Articolo 21. vieta categoricamente la censura, tranne che per il cinema. Fino a ieri, quindi, si viveva legati ad unalegge risalente a più di cento anni faper la regolamentazione di una metodologia di comunicazione che si modifica in ogni secondo.
La strada che ha portato al successo di oggi è stata lunga, ma credo sia doveroso ricordare tutte le grandi personalità che hanno combattuto per questo, arrivando anche a perdere i propri diritti civili, la propria libertà. Si parla di nomi veramente illustri che hanno fatto la storia del cinema e che continueranno a farla.
Questa legge arriva proprio durante una ripresa del cinema italiano,che è sotto gli occhi di tutti e che spero sappia sfruttare al meglio questa grande possibilità che gli viene data, continuando a rappresentare il nostro tempo con personalità e coraggio, per poter lasciare ai posteri delle opere che rappresentino, il più fedelmente possibile, i cambiamenti e le follie di questa nostra società.