In occidente si è iniziato a parlare di velo islamico con i primi ricongiungimenti familiari seguiti alle prime ondate migratorie, ma sopratutto dopo i fatti dell'11 settembre. Il termine "velo islamico" ha al suo interno un significato errato. Il suo nome arabo è hijab che letteralmente vuol dire "protezione", tradurlo semplicemente come "velo" taglia completamente fuori la condizione di spirito e lo stato mentale delle donne libere che scelgono di indossarlo. Il Corano non lo prescrive ma suggerisce a uomini e donne di vestire in modo da non destare alcun tipo di attrazione per l'altro sesso.

Questo è scritto anche nella Bibbia. Per comprendere l'argomento che ha destato e continua a destare incomprensioni e giudizi errati non solo in occidente, ma anche nelle stesse comunità musulmane, è necessario saper scindere ciò che fa parte di una una prescrizione religiosa da ciò che è invece un costume sociale.

E' necessario sradicarsi dalle proprie convinzioni basate sulla paura dell'altro che non conosciamo. In Occidente spesso si è frainteso l'uso del velo, considerandolo strumento di esclusione e di repressione. Il velo può significare protezione dagli sguardi altrui, può anche essere uno strumento forte di contestazione e resistenza nei confronti del maschi adulti. Ma può anche essere un simbolo di devozione, un atto spontaneo di amore per Dio, una tradizione che vuole essere portata avanti.

Chiediamo aSara Ahmed, nata in Italia da famiglia egiziana musulmana cosa pensa. Sara ha 25anni ed è studentessa alla facoltà di scienze politiche presso la Sapienza di Roma.

L'intervista

Le tue origini ti legano ad un paese lontano da qui. Ti senti italiana?

"Non mi sento italiana, lo sono, anche se ho dovuto aspettare il compimento dei diciotto anni per esserlo anche agli occhi della legge italiana.

Sono molto legata alle mie origini egiziane, ma le radici le ho piantate qui.Mi identifico come un’italiana musulmana, con alle spalle una famiglia egiziana che mi ha sempre insegnato il valore di appartenere a due culture e a due mondi così diversi.

Perché hai deciso di essere musulmana?

"Sono musulmana perché mi rispecchio nei principi e nei valori pacifici islamici e nel messaggio di pace che Dio ha trasmesso tramite i suoi profeti.

Credo nel messaggio di pace di Gesù, ritenuto nell’islam un importante profeta, credo nel messaggio di misericordia e clemenza dell'ultimo profeta di Dio, Maometto".

Sara perché indossi il velo?

"Il velo è atto di devozione e di esteriorizzazione di un insieme di comportamenti e valori. Dio giudica cosa celano i nostri cuori, ma il velo resta un segno di devozione che ogni donna deve essere libera di indossare. La stessa Maria madre di Gesù indossava un velo, come musulmana devo anche seguire l’esempio di Maria e di tutte le donne pie di cui il Corano tratta. Anche gli uomini hanno un codice d’abbigliamento, questo in pochi lo sanno."

Pensi che indossarlo possa avvicinarti di più a lui? e cosa ne pensi delle ragazze che non lo indossano?

"Ho indossato il velo dopo un lungo percorso spirituale, ho riflettuto a lungo, ho voluto studiare l’Islam in modo individuale per poi indossare il velo E' stato un punto di arrivo non di partenza. Il velo se non è una libera scelta è violenza e perde ogni suo aspetto religioso e spirituale. La costrizione va contro l’essenza dell’Islam. Se devo essere sincera non penso assolutamente niente di chi non lo indossa, sono le mie sorelle nell’Islam, non è “islamicamente corretto” giudicarle o fare paragoni tra chi indossa il velo e chi non. Nel Corano c’è scritto” O credenti, non scherniscano alcuni di voi gli altri, ché forse questi sono migliori di loro. E le donne non scherniscano altre donne, ché forse queste sono migliori di loro.

Non diffamatevi a vicenda e non datevi nomignoli. Com'è infame l'accusa di iniquità rivolta a chi è credente! “Come musulmana che indossa il velo difenderò sempre la libertà delle musulmane che non vogliono indossarlo.