Lo sciame sismico che ha colpito il centro Italia tra il 24 agosto e il 30 ottobre, e che ancora oggi prosegue con scosse continue, ha lasciato uno strascico di morte e distruzione. Ad essere colpita al cuore non è stata solo la popolazione, che ha perduto le sue case, e non sono state solo le famiglie che hanno contato vittime rimaste sotto le macerie. Un'altra vittima del terremoto è stato anche il patrimonio culturale italiano, devastato in particolar modo dalla scossa di magnitudo 6.5 di domenica 30 ottobre.
Interventi mancati?
Dopo i crolli che hanno interessato molti comuni tra Umbria, Marche e Lazio, si sono sollevate le polemiche rispetto ad una presunta assenza del MIBACT.
In effetti il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, non è mai apparso al fianco del Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e del Commissario Straordinario Vasco Errani. Molti sindaci hanno denunciato l'assenza delle istituzioni, poichè avevano chiesto interventi di messa in sicurezza di beni storici che non sono stati mai eseguiti. Dopo il 30 ottobre, ormai, è troppo tardi: i danni ad edifici di pregio artistico non si contano. Basti pensare alla Basilica di San Benedetto di Norcia, distrutta eccezion fatta che per la sua facciata.
Non abbiamo risorse
Ma le Sovrintendenze non ci stanno a farsi buttare la croce addosso. La Sovrintendente della Regione Umbria, Marica Mercalli, ha detto che al momento si sta facendo tutto il possibile.
Ad esempio, a Norcia si realizzerà un gabbione per preservare la facciata della Chiesa di San Benedetto e per consentire ai tecnici di lavorare al recupero della navata in sicurezza. Ma dopo la scossa del 24, dice, i sopralluoghi erano stati eseguiti. Impossibile prevedere quello che sarebbe successo, e ora gli interventi necessari sono molto costosi.
La Mercalli dice di non credere che i fondi stanziati dal Governo possano essere sufficienti.
Un patrimonio dimenticato
La conclusione è che il terremoto non ha fatto altro che evidenziare una realtà che chi opera nel settore dei Beni Culturali in Italia conosce bene, ed è l'incuria in cui versa il nostro patrimonio culturale.
Non più tardi di qualche mese fa si sono denunciati nuovi crolli a Pompei, uno dei siti archeologici più importanti al mondo, tanto per citare solo un episodio che non si lega ad un'emergenza, ma alla mancanza di ordinaria manutenzione. L'Italia è un Paese che potrebbe proliferare grazie alle sue ricchezze artistiche, paesaggistiche e culturali, ma queste ricchezze sono spesso lasciate nell'abbandono da parte dello Stato. Specie in centro Italia esistono una miriade di piccoli borghi che celano opere di grande bellezza, ma che sono assurte agi onori della cronaca solo adesso, quando corrono il rischio di andare perdute per sempre. In questi giorni si è ripetuto spesso che gli italiani sono straordinari nell'emergenza, ma sarebbe meglio tutelare i tesori che si possiedono anche nella normalità.