La crescita è sempre legata alle scelte politiche e gli eventi della politica sono in grado di condizionare non solo l'andamento dei mercati finanziari, ma più profondamente le dinamiche che riguardano consumi e produzione.
I movimenti mondiali di beni, cioè le richieste di beni, inducono movimentazione e Crescita in tutte le fasi della produzione, con ricadute sulle economie dei Paesi nei quale le aziende sono dislocate.
E' cambiata anche la motivazione alla base delle scelte dei consumatori dei paesi emergenti che richiedono sempre più prodotti di qualità fatti nell'area UE.
Ma sembra che pochi politici se ne siano accorti e i salari dei lavoratori siano tenuti ingiustificatamenta bassi.
La politica e la crescita
Le scelte della politica hanno sempre ricadute importanti sulla crescita e influenzano il benessere collettivo attraverso la redistribuzione della ricchezza prodotta dalle aziende. Questo coinvolge tutti i settori. Per questo le politiche economiche e industriali dei governi sono molto importanti. La crescita del PIL deve essere un combinato disposto tra regole-scelte politiche-programmazione aziendale.
Ovviamente il ruolo principale nell'economia moderna globale spetta ai governi, che hanno il dovere di attuare strategie che portino a incrementi produttivi attraverso stimoli e facilitazioni alla crescita industriale ed economica in cui la leva della tassazione è fondamentale.
Ormai l'assioma più tasse meno crescita è assodato.
Cosa possono fare i governi occidentali per stimolare opportunamente i processi di crescita? Liberare risorse ed energie per aumentare la ricchezza. Insomma redistribuire ricchezza per far crescere anche il sistema produttivo.
Grecia, Brexit, Trump
Per stimolare i trend di crescita bisogna liberare le economie.
Il processo che si è innescato a partire dalla crisi UE, che coinvolse pesantemente la Grecia, fino all'uscita della Gran Bretagna dalla stessa UE, per arrivare oggi all'elezione a presidente USA di Donald Trump mostra prima di tutto che la pressione dei ceti schiacciati dalle ineguaglianze create dal liberismo esasperato dei decenni passati si fa sempre più forte.
Le politiche ultraliberiste governate dalla finanza, che hanno influenzato pesantemente le scelte politiche finora attuate, hanno creato impoverimento diffuso e diseguaglianze. Ma la strada per ritornare a sane politiche di crescita, drastica riduzione delle tasse, aumento dei salari si sta aprendo; e si deve fare velocemente per approfittare del decennio di crescita dei consumi delle classi medie dei Paesi emergenti.
Il programma di Trump può essere l'apripista per il cambiamento anche nell'Europa arroccata nelle politiche stitiche dell'austerità, che finora hanno solo prodotto disastri sociali ed economici.
Per i prossimi dieci anni c'è un mercato emergente in crescita demografica che richiederà beni di largo consumo e altri beni.
E' una sfida che per essere vinta richiederà politiche di stimolo coraggiose e sostanziose, e cambiamenti della mentalità dei politici che si candidano alla guida dei paesi. L'america ha fatto una scelta coraggiosa, l'Inghilterra anche, e la UE?