L'Italia si appresta al voto sulla Riforma Boschi - il 4 dicembre, dalle 7 alle 22 - stretta tra legge di Bilancio e giochetti europei. Lo spread sale vertiginosamente ed il Governo fa campagna elettorale, invece di governare. Ad una lettura attenta appare un prodotto pasticciato e scritto male. Da un bicameralismo perfetto si passa ad uno confuso: nel nuovo Senato delle Autonomie siederanno 100 amministratori locali con pochi poteri ed una grossa ed immotivata immunità penale. Viene riscritto il sistema del potere legislativo dando più poteri al Governo che diviene, in forza del combinato disposto della legge elettorale per la Camera, centrale nella più monca rappresentanza italiana.

Lo Stato diviene più centralista, mentre le autonomie locali sono lasciate alla loro mercè. Scompaiono le provincie, ma non le loro competenze che sopravvivono senza forza di governo. Insomma un "pasticciaccio brutto": in linea con la nuova classe di governo che vede la democrazia come un fastidio, più che come un'opportunità. Se fosse vivo Leonardo Sciascia parlerebbe di "riforme porte aperte": ma il genio di Recalbuto non c'è più e come aveva previsto nella sua profetica saggistica, "la memoria non ha un futuro". L'Italia purtroppo è in ritardo su tutto; non ha una legge che funziona sulla corruzione; non ha a cuore i giovani ed il loro futuro; non ha capito che senza cultura, ambiente, agricoltura, turismo e manifattura di qualità non si và da nessuna parte.

Invece continuiamo con l'inganno dell'Abate Vella. Crescono i populismi e l'homo hominis lupi. La solidarietà è in grande calo e cresce quel sentore che l'altro - il diverso - sia quello da mazzolare. Insomma il solito schema del capro espiatorio, ben immortalato da Daniel Pennac nel suo Benjamin Malaussene. Niente di nuovo sotto il sole.

L'Europa intanto è in piena confusione: Schegen è di fatto sospesa e non si riesce a trovare una indirizzo politico unitario su immigrazione e politica a estera. Poi c'è Trump che fa paura; in Europa ancora dobbiamo vedere il peggio.