"Alzerò la mia voce al di sopra del brusio dei potenti. La renderò tuono, perché esploda tra le nuvole e le sue note cadano come gocce di pioggia a far respirare la terra. Se per questo pagherò, subirò violenza o l’esilio non mi fermerò. Perché difendo la vita e la verità e non legittimo confini. Né madonna, né puttana, né santa, né strega. Sono Donna, sono persona, sono padrona del destino, colei che scrive la Storia del mondo."

Patrizia Fiocchetti nel libro Variazioni di luna, edito da Lorusso editore, esce dai soliti schemi che vedono protagonisti gli uomini nei racconti di guerra.

L'autrice ci addentra in una dimensione personale, privata.

Anche dolorosa, ma allo stesso tempo capace di sprigionare forza conun messaggio chiaro che non lascia spazio a fraintendimenti.

L'obiettivo della scrittrice è far arrivare al lettore il messaggio che"quel sistema che ci vorrebbe tutte sottomesse", è possibile da sconfiggere. Non è un pensiero utopico, una frase sentita tante volte ma rimasta fluttuante nei nostri pensieri.

Il sistema che ci vorrebbe tutte sottomesse è possibile da sconfiggere e lei ce lo descrive con la sua testimonianza di donna occidentale che abbraccia la causa di donne attiviste, lontane da qui.

Il titolo "Variazioni di Luna" cela in sé un significato dolce e forte.Mah, nella mitologia persiana è una divinità femminile e rappresenta la Luna, regina incontrastata della notte.

Mah è anche la radice di molti nomi femminili presenti nelle pagine del libro: Mahmuda, Miha, Mahshid, Mahtab, Mahin, Mahnaz. Nomi e storie che si snodano tra la necessità di combattere duramente e senza indugi e la naturale propensione materna come leggiamo in queste righe: "Miha annuì, ha 17 anni ed è anche molto bravo. (...) Lo osservai mentre stringeva la mano a Miha che continuava a trattarlo come il suo fratellino pur con una sorta di distacco dovuta alla consapevolezza del ruolo che ricopriva.

Mi fermai davanti a lui e lo avrei abbracciato, ma mi trattenni perché era un combattente e l'affetto di stampo materno decisamente fuori luogo. (...) Non potei fare a meno di dirmi, come già altre decine di volte in passato, che l'umano degli uomini era andato a nascondersi in pertugi profondi se a un ragazzino, un adolescente, veniva demandata la responsabilità di difendere diritti patrimonio di tutti".

Tre i luoghi protagonisti del racconto: Kobane in Rojava, Camp Ashraf in Iraq e Kabul in Afghanistan.

Luoghi lontani, lotte e guerre vissute dall'occidente con distacco e poco interesse. Il racconto ha la capacità di annientare le distanze chilometriche e culturali puntando la luce esclusivamente sul coraggio di chi sceglie di lottare contro corruzione e violenza.

Le protagoniste sono donne come noi, mamme, figlie, giornaliste, casalinghe, studentesse. Sono noi. Ma diversamente da noi addosso hanno kalashnikov e "limpidi sguardi di acciaio e serenità di chi sapeva di essere dalla parte giusta. Senza compromessi".