Domenica scorsa il programma televisivo "Le Iene" ha mostrato ai telespettatori qualcosa di sconvolgente, sollevando una questione che non può e non deve passare inosservata. Come se non bastasse l'Ilva a dare preoccupazioni ai tarantini, nella vicina cittadina di Statte è stato scoperto un capannone dove sono stoccati e abbandonati da diversi anni qualcosa come 17mila fusti contenenti materiale radioattivo. Come noto lo smaltimento dei rifiuti speciali è molto costoso, e chi deve smaltirne - sia lo stato che aziende private - pagano profumatamente aziende che dovrebbero rendere inerti le sostanze mediante complessi e costosi trattamenti, in modo da salvaguardare l'Ambiente.
Ma anziché essere smaltiti come da protocollo, i fusti sono stati abbandonati in un magazzino, con gravi rischi di contaminazione per il territorio.
I rifiuti speciali sono un enorme business
Lo smaltimento dei rifiuti speciali è notoriamente un grosso business. Lo smaltimento di queste sostanze può arrivare a costare, nel caso dei rifiuti più pericolosi, fino ad alcuni euro per chilogrammo, poiché è necessario sottoporre i materiali a complessi trattamenti per essere resi inerti. Inchieste della magistratura hanno dimostrato come organizzazioni criminali abbiano gestito aziende che una volta incassate le consistenti fatture per smaltire i rifiuti speciali, anziché seguire i protocolli li hanno sotterrati - come è accaduto in alcune aree della Campania - oppure sono stati inabissati nei mari, affondando vecchie imbarcazioni che li trasportavano.
Hanno intascato i soldi senza smaltire le sostanze?
In questo caso chi ha percepito il compenso anziché effettuare le costose procedure di smaltimento pare che li abbia stoccati in un magazzino, abbandonandoli. Una parte dei fusti sembrano provenire anche da enti statali, pertanto è presumibile che dopo aver pagato per il mai avvenuto smaltimento, lo stato si troverà a spendere milioni di euro per effettuarlo.
Ma non è finita qui: i fusti che contengono le sostanze radioattive sono di lamiera, la quale è idonea per il trasporto delle sostanze, ma non per lo stoccaggio a lungo termine. Dopo venti anni la lamiera dei fusti può rompersi facilmente, provocando la fuoriuscita del pericoloso materiale, pertanto le operazioni di rimozione dovranno essere effettuate con precauzioni speciali, che faranno lievitare i costi.
A preoccupare è anche il fatto che nel territorio nazionale potrebbero esserci altri capannoni con al loro interno fusti di materiale radioattivo o altre sostanze pericolose, e se non verranno scoperti in tempo potrebbero finire per deteriorarsi e causare la fuoriuscita del materiale, mettendo in pericolo la salute pubblica.