Quello che mi è sempre piaciuto della storia è che seppur delle volte interpretata, ha un impatto tangibile sulla società, è sotto i nostri occhi pronta a dare risposte o ad essere semplicemente analizzata per soddisfare tutte le nostre riflessioni.

In questo ultimo periodo si è accesa una forte polemica contro la decisione del presidente Americano Donald Trump, di costruire un Muro che separi, e marchi in maniera ancora più netta, il confine tra gli Stati Uniti ed il Messico. Molte sono state le proteste, sia nelle Piazze che sui social, ma occorre analizzare in maniera neutrale la situazione per non finire vittime di slogan vuoti, che a loro volta, possono trasformarsi in muri ancora più solidi del cemento.

È necessario perciò partire dal 26 ottobre del 2006 quando il presidente degli Stati Uniti di allora, George W. Bush, firmò il "Secure Fence Act of 2006" per proteggere e rendere più sicuri i confini del territorio. Il Secure Fence Act mirava a costruire un muro oltre mille km con l'aggiunta di ulteriori tecnologie quali videocamere satellitari per rafforzare la divisione e renderla più efficiente e contrastare altresì, il fenomeno di immigrazione e tutti i problemi ad esso legati, tra i più diffusi lo spaccio di sostanze stupefacenti ed il trasporto illegale di immigrati. Tra i voti favorevoli del Secure Fence Act, come si può tranquillamente controllare sul sito del Senato Statunitense, sono stati la democratica Senatrice dello Stato di New York, Hilary Clinton e il vincitore del premio Nobel per la pace nonché presidente uscente, Obama, allora giovane Senatore dello Stato dell'Illinois.

A dire il vero, il confine tra Stati Uniti e Messico era già stato interessato da interventi anti-immigrazione col governo Clinton nel 1994, interessando le aeree della California, Arizona e Texas, ma quasi tutti sembrano esserselo scordato. Anche Obama sul tema dell'immigrazione non si è dimostrato molto clemente, espellendo oltre due milioni di immigrati.

Trump rispetto ai suoi predecessori non ha inventato nulla di nuovo ma allora perché tutto il mondo pare avercela con lui?

Tutti quelli che stanno protestando per i diritti violati dei cittadini dove erano finiti? Perché essere indignati soltanto quando va di moda farlo? Gli Stati Uniti oltretutto non sono gli unici paese delle Americhe a dover fronteggiare il problema dell'immigrazione.

Nel 2014 è stato costruito un muro chiamato " El muro della Vergüenza" sul confine tra il Messico e lo stato del Guatemala. Il provvedimento è stato previsto per bloccare il flusso migratorio di cittadini provenienti dagli Stati del centro America, Stati che secondo la relazione annuale del 2014 delle Nazioni Unite, sono tra i più pericolosi al mondo col più alto tasso di omicidi. Le problematiche che l'immigrazione porta con se sono tante, ma il tema sulla sicurezza è sempre stato sentito da tutti gli Stati, adesso i tempi richiedono di riflettere a come venire incontro alle persone bisognose di una vita nuova, libera e democratica ed impedire allo stesso tempo il dilagarsi di episodi di violenza e criminalità.

La costruzione di un muro, sicuramente è una sconfitta, sia per chi lo erge sia per il destinatario. Adesso serve che ogni stato ed ogni cittadino non trovino un cattivo sul quale rivolgere i propri insuccessi e i fallimenti del sistema, bensì raccogliersi analizzare e approfondire il tema e dialogare, dare cultura e senso civico ai propri cittadini, in modo che in qualsiasi posto essi vorranno andare, saranno validi ambasciatori dei valori insegnati e pronti a dare il loro prezioso contributo. C'è il rischio che tutto questo risulti essere una mera utopia senza un accurato impegno da parte di tutti noi, ma sono sicuro che le polemiche ed il clima di odio cieco senza un'auto critica come stiamo vedendo in questi giorni, possa portare ad innalzare un altro muro, quello dell'ipocrisia, ancora più difficile da abbattere.