Si esce con un sorriso dell'intelligenza emotiva dalla visione di 'La la land" la commedia musicale di Damien Chazelle che ha al centro musica, danza, parole. Hollywood riprende una strada che aveva abbandonato dando spazio agli action ed ai thriller ma dimenticando la leggerezza di film come 'Ballando sotto la pioggia' che avevano costruito il suo mito. Seb (Ryan Goslin) è un seguace della vecchia tradizione jazzistica ed ha il sogno di aprire un suo locale dove tutti possano esprimersi perché nel jazz c'è "conflitto, mediazione, novità", ma per ora suona per veglioni le hits in voga.

Mia (Emma Stone) ha il sogno di diventare un attrice che si scriva anche i testi, ma per ora fa la barista a Los Angeles. Intorno respirano la storia delle arti ad LA e si incontrano per un'emozione cantata. Si sostengono a vicenda i due trovandosi a ballare su "panorami adatti a due".

Leggerezza, ritmo, vicinanza, amore, eppoi? "Stiamo ad aspettare e vediamo cosa succede" mentre le stagioni dettano i ritmi come i ciliegi nel film giapponese 'Le ricette della signora Toku". Il tempo poi porta scelte e difficoltà diverse che distanziano i due che cercano il loro posto giusto. Rimane però quel ritmo suonato al pianoforte che è la temperatura del loro amore. E' un film che sembra leggero per le arti che dettano le loro sinestesie armoniche: in realtà è un film totale come un sonetto di Shakespeare od una poesia di Hikmet.

Anche nella lontananza resta quella voglia di accompagnare l'altro nelle felicità del suo essere. Si va' nella pesantezza della nostalgia come un qualsiasi "Sapore di mare"? No, la morale della "favola dimostra" racconta di una dualità artistica e di vita senza egoismi ed appartenenze. Il jazzista apre il suo locale con il nome e la grafica che aveva scelto Mia.

La Dolan ha successo a Parigi con un film aperto nella struttura e pieno dei suoi onirici contenuti. L'amore è lasciare andare l'altro quando i sogni hanno senso e ci dicono chi siamo. "Scegliersi è anche un poco riconoscersi".