La notizia della morte di dj Fabo ci ha raggiunto da qualche ora, lui ha chiuso gli occhi con l'aiuto di un medico svizzero alle ore 11,40 di questa mattina. Quanto è accaduto a questo povero ragazzo di cui avevo pubblicato l'appello, inascoltato, al Presidente Mattarella, mi tocca particolarmente, forse per la sua giovane età -39 anni -, forse perchè potrei essere la sua mamma, ma soprattutto perchè avverto, con grande dolore, la grande ingiustizia che ha dovuto subire dal suo Paese.

Fabiano Antoniani, questo era in suo nome all'anagrafe, aveva subito un gravissimo incidente stradale nel 2014 e ne era uscito paraplegico e cieco, aveva coraggiosamente intrapreso un tentativo di riabilitazione con accanto la sua dolce Valeria, la sua fidanzata, ma era stato tutto inutile.

Tre anni di sofferenze indicibili e nessun risultato, lui costretto in un letto, senza poter vedere nulla, senza poter sentire nemmeno la musica che era la sua vita.

Un appello per morire libero

Da quel letto aveva lanciato il suo appello attraverso Valeria, lui riusciva a dire qualche parola, ed era un appello drammatico: chiedeva di essere libero di porre fine alla sua vita senza mettere nei guai chi lo voleva aiutare, di riacquistare la sua dignità. Nessuno gli ha risposto, anzi il DLL di cui lui sollecitava l'approvazione, è stato rinviato ben tre volte dalla Camera ed è ancora oggi bloccato.

Forse i politici pensavano che lui non facesse sul serio, solo Franco Cappato dell' Associazione Luca Coscioni, sapeva che Fabo stava malissimo, soffriva molto ed era pronto ad andare avanti se quel suo appello fosse stato ignorato.

Ieri Cappato ha comunicato che Fabo si era fatto accompagnare in Svizzera e li sarebbe stato sottoposto al protocollo per la somministrazione della buona morte. Si pensava che ci volessere più giorni, invece Cappato lo ha voluto proteggere dalla stampa e ha fatto bene!

Una lezione che non dimenticheremo

Ora a noi resta solo il rimorso di non aver lottato abbastanza per lui e con lui, di averlo lasciato solo nelle mani di questi politici solo interessati al consenso elettorale, perchè una legge tanto scomoda non si approva prima di una campagna elettorale, si teme la reazione del Vaticano che predica contro la buona morte.

E così la storia di Fabo è finita, ma sono sicura che non si chiuderà qui, lui ha risvegliato le coscienze, è stato coraggioso fino alla fine e noi lo sappiamo e continueremo la sua battaglia insieme a Franco Cappato e alla sua Associazione. Ciao Fabo, sei stato un grande!