E' giunto il momento della verità nel Partito Democratico. Siamo ad un passaggio molto delicato, e molti sono i nodi da sciogliere. Dopo la sconfitta subita col Referendum 2016, il governo Renzi si è dimesso, agevolando e sostenendo quello Gentiloni, per consentire di continuare a far fronte ai tanti problemi del nostro paese. Problemi che si sono anche aggravati, per la parte economica, con le sopravvenute calamità naturali, come terremoti, alluvioni ecc. Come segretario PD, Renzi non ha saputo proporre una controffensiva politica efficace ed è venuto così a mancare il collante per tenere unito il partito.
I cittadini non riescono a capire e sono disorientati. Era quindi il momento giusto per riflettere e recuperare energie e, non ultimo, per non perseverare negli errori del passato che hanno generato tante incomprensioni.
Al bivio scegliere la direzione
Alcuni sostengono addirittura che il PD di Matteo Renzi sia finito. Noi invece riteniamo che, lo stesso, sia difronte al bivio, e debba decidere se andare con Alfano e Berlusconi, oppure con la minoranza dem, SI, ed altre formazioni per un nuovo centrosinistra. I cittadini vogliono saperlo, per il rispetto che si deve loro. Da questa necessaria chiarezza, dipenderà il futuro politico di Matteo Renzi. Per non generare malintesi, diciamo anche che Renzi ha tutti i numeri per competere con i giovani emergenti del Partito, di sicura fede di sinistra, (Speranza, Orlando, ecc.).
Nel PD serpeggia una certa insofferenza, e il tutto, fa pensare che si stia imboccando la strada sbagliata, per risolvere i problemi politici. Appare evidente che 'dal rancore e ansia di rivalsa' che traspaiono dai relativi programmi per procedere al congresso PD, c'è da aspettarsi un evento movimentato dialetticamente. Alcuni ipotizzano le dimissioni di Renzi già nella direzione di lunedì prossimo 13 febbraio 2017.
Modifiche alla Legge Elettorale
Dal punto di vista squisitamente politico, Renzi non desidera stare sulla graticola, a fuoco lento, fino al 2018 ed è interessato a dare soluzione al problema politico, al più presto possibile. Oltre alle cose citate, vi è poi l'approvazione delle modifiche alla legge elettorale, che dovrà essere omogenea alle due Camere, rettificata specialmente nella parte relativa ai capilista, per non avere un parlamento di nominati.
Senza entrare nel merito, alcuni aggiustamenti sono possibili e necessari. Ci sia consentito ricordare, una volta ancora, che il PD è un partito con una grossa tradizione, che viene da molto lontano, e che ha basato la sua longevità sulla lotta democratica e sulla soluzione dei problemi basata sulla sintesi del pensiero politico di sinistra.