Secondo l'ultimo rapporto sulla corruzione Global Fraud e Risk Report 2016/2017, come riportato da il fattoquotidiano.it di ieri 7/03/2017, la corruzione sia nel pubblico che nel privato costerebbe alle aziende dall'1 al 3 per cento del proprio fatturato. Per di più, da paese a paese il tipo di corruzione sarebbe più o meno raffinato. Infatti mentre in Cina sono più preoccupati per il furto di informazioni rilevanti, in Italia si temono molto di più i furti tradizionali all'interno del magazzino.

Ovviamente, questo è un dato di massima, anche se rilevante, in quanto la corruzione, come attestato da centinaia di studi, ha conseguenze indirette molto più penetranti nella compagine sociale.

Non genera, infatti, solo un danno economico immediato, anche se non rilevabile, ma produce sfiducia nel soggetto colpito, azienda o privato che sia, inducendolo a rivedere i suoi piani di investimento; nello stesso tempo danneggia anche gli altri eventuali stakeholders aziendali. Lede, infatti, la reputazione del paese dove avviene l'episodio di frode o corruzione generando pregiudizio, un pregiudizio difficile da estirpare.

Per poter eliminare questi comportamenti fraudolenti occorre elevare la fibra morale della popolazione tutta, ma questo è un lavoro lungo, anche se estremamente efficace. Mentre si dovrebbe cercare di far questo sin dalla tenera età, in primis all'interno della famiglia, eventualmente coadiuvata da una buona dose di educazione civica a livello scolastico, può essere utile l'intervento del legislatore.

il disegno di legge numero 2208 sul whistleblowing

In effetti, chi è che percepisce meglio le frodi o le malversazioni oppure i comportamenti scorretti all'interno di un'azienda o di una amministrazione se non coloro che quotidianamente vi lavorano? Sulla base di questo assunto, in molti paesi si sono fatte leggi a tutela dei whistleblowers, cioè di quei dipendenti che, sotto garanzia di anonimato, denunciano a chi di dovere le pratiche scorrette di cui sono venuti a conoscenza.

Negli Stati Uniti è addirittura previsto un riconoscimento in denaro a chi dà informazioni che aiutino concretamente a recuperare quanto illegalmente sottratto.

In Italia una prima tutela si è avuta con l'articolo 1, comma 51, della legge 6 novembre 2012 numero 190 recante Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione, in riferimento, però, al solo dipendente pubblico che segnala degli illeciti.

La tutela, comunque, non è neanche totale, in quanto per motivi oggettivi di prosieguo dell'istruttoria e di diritto di difesa dell'imputato, la tutela dell'anonimato, può essere indebolita.

Per tutelare maggiormente i whistleblowers, giace ormai da quasi 2 anni al Senato, attendendo il parere delle commissioni competenti, il disegno di legge numero 2208 recante Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reato o irregolarità nel lavoro pubblico e privato. Certamente dare un accelerazione all'approvazione di questo disegno di legge potrebbe, per i motivi su esposti, portare dei benefici concreti, non solo in termini strettamente economici, ma anche reputazionali. E in Italia abbiamo molto bisogno di una reputazione migliore. Speriamo, quindi, che i risultati di questo rapporto, indicato ad inizio articolo, spingano il legislatore a riprendere quanto prima questo disegno di legge.