Il concorso per 30 vice-direttori, indetto dalla Banca d'Italia, ha suscitato un vero "boom" di richieste. Ad oggi, sono pervenute circa 85.000 domande per prendere parte alla gara. Se non ci fossero in ballo dei soldi e le carriere di molti giovani, si potrebbe facilmente ironizzare sulla natura stessa del concorso, immaginando per qualche istante, di trovarsi invischiati nel celebre film di Checco Zalone. Per ogni singolo posto, saranno circa 3.000 i contendenti: un miraggio, un sogno o forse la realtà. La prima scrematura avverrà con la prova di selezione: degli 85.000, ne rimarranno 8.140.

85.000 candidati per 30 posti alla Banca d'Italia: le ragioni di tanta richiesta

Le scarse opportunità lavorative di un sistema sempre più corrotto, il mancato ricambio generazionale e le nuove forme di schiavitù del XXI secolo come gli infiniti "stages" gratuiti, rappresentano solo alcune delle motivazioni della tanto famigerata corsa al posto fisso. Pur ammettendo che il suddetto concorso sia aperto ad un numero potenziale elevato di destinatari - il diploma costituiva il requisito minimo di accesso esplicato nel bando - appare inaccettabile confrontarsi con tali numeri. Il rischio, dinanzi a tali fattispecie giuridiche, è che si formi un vero e proprio business caratterizzato dalla presenza di veri e propri esperti che, in cambio di una solida preparazione, antepongano i propri singoli interessi economici.

Lavoro e politiche economiche: ecco come può risollevarsi il sistema italiano

L'impressione è che tutto il sistema italiano sia da rifondare. Il primo passo per costruire un futuro florido riguarda l'assunzione dei giovani: solo mediante il ricambio generazionale, le nuove generazioni possono finalmente realizzarsi. Un'altra strategia utile per rilanciare l'economia può essere ravvisata nella semplificazione amministrativa e nel promuovere delle politiche di defiscalizzazione per le imprese e per gli imprenditori che intendono investire nel nostro paese.

Infine, come dimenticare il ruolo della cultura: l'Italia detiene il 60% del patrimonio culturale mondiale. Porre al centro del sistema economico lo sviluppo culturale, incentiverebbe migliaia di turisti a presenziare regolarmente nel nostro paese, valorizzando le eccellenze del nostro stivale. Solo così,l'occupazione, soprattutto giovanile, si attesterebbe su percentuali stabili e continue. Nel frattempo non ci resta che assistere indignati nel leggere che ad un concorso di 30 vice-direttori, si siano presentate ben 85.000 persone.