Per scatenare le proteste è bastato l’arrivo di un camion coi materassi destinati ai migranti: la vicenda di Casoria ricorda quella di Goro, quando lo scorso ottobre i residenti sono scesi in strada per bloccare il passaggio dei pullman che avrebbero accompagnato gli ospiti in un centro destinato alla loro accoglienza.

Casoria, cittadini contro sindaco e Onlus

Il video della rivolta dei cittadini di Parco San Francesco, contrari all'insediamento dei migranti nel complesso residenziale di via Giovanni Pascoli, sta facendo il giro del web e dei social network, non certo dei telegiornali o dei siti delle principali testate nazionali.

Il numero dei migranti che dovranno arrivare nello stabile appena ristrutturato non è ancora chiaro, ma nel mirino delle proteste delle donne sono finiti il sindaco di Casoria, Pasquale Fuccio, e l’associazione Terra Nostra di Afragola, ritenuta responsabile della gestione dell’arrivo degli ospiti indesiderati. “I migranti rendono più della droga” sosteneva in un’intercettazione lo zar delle coop rosse, Salvatore Buzzi. Anche a Casora il’arrivo di migranti è strettamente connesso all’amministrazione di ingenti somme di denaro: nei giorni scorsi, il sindaco Fuccio aveva ricordato come, a seguito di un vertice in Prefettura, si fosse raggiunto l’accordo sull'ampliamento dello Sprar, ovvero il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati del Ministero dell’Interno, che riguarda “un bando da 7 milioni di euro raggiungendo la clausola di salvaguardia che per Casoria è di 249 migranti in tutto”.

Il sindaco di Casoria rimanda l’arrivo

Sempre il primo cittadino di Casoria ha precisato che la Prefettura aveva garantito di avvisare i Comuni sull’arrivo nei Cas (Centri accoglienza straordinaria) di nuovi immigrati. Questi, però, secondo Fuccio non sarebbero arrivati e la protesta dei cittadini contro l’arrivo di materassi e altri mobili destinati ad accogliere i migranti sarebbe infondata.

Così, il sindaco ha rinviato la questione nei prossimi giorni. Intanto, dopo le proteste dei residenti che hanno visto l’intervento dei Carabinieri, i residenti sono stati ricevuti e ascoltati.

Da Goro a Casoria: “Basta migranti”

Dall’Emilia Romagna alla Campania, soffia un importante vento di ribellione tra i cittadini italiani, ormai stufi di subire passivamente sulla propria pelle le decisioni di un sindaco o le imposizioni di un prefetto.

Come a Goro, anche a Casoria la mobilitazione dei cittadini ha scongiurato l’insediamento di una decina di immigrati. Lo scorso ottobre, l’opinione pubblica venne scossa dalla protesta di trecento persone scese in strada - in maniera pacifica - per scongiurare un insediamento di migranti totalmente imposto, senza essere minimamente concertato dalle istituzioni con il territorio. Immediatamente, i principali media condannarono la protesta dei cittadini di Goro e Gorino, dimenticandosi in maniera vergognosa che pochi mesi prima, a ribellarsi contro l’arrivo di “profughi”, furono i radical chic con la villa a Capalbio; nel borgo toscano, guidato da un sindaco Pd, non potevano certo arrivare a turbare la tranquillità della loro villeggiatura. Ora, però, a ribellarsi sono semplici cittadini, non certo vip e nobili: e la retromarcia del camion con sedie e materassi per i migranti ha segnato una loro prima vittoria.