in tutte le religioni i fondamentalisti si appropriano di un Dio meschino come loro, creato a propria immagine e somiglianza. Non è il Dio di tutti. “Allah akbar!” non permette che in suo nome gli estremisti islamici massacrino i loro simili. Se è proibito “non nominare il nome di Dio invano!”, più grave è uccidere in suo nome. Le vignette di Charlie Hebdo, come quelle de “Il Male”, possono essere criticate, tacciate di blasfemia, ma non giustificano la soppressione di vite umane.

Anche la cultura islamica afferma che chi uccide un uomo uccide l’intera umanità.

Le illustrazioni satiriche sono state un pretesto: avrebbero sparato con altre motivazioni, come hanno fatto, in altri luoghi. L’integralismo è la palla al piede di ogni ideologia, la piaga incancrenita delle confessioni religiose. L’aberrazione di compiere massacri in nome di Dio accompagna la vita dell’uomo, nessuno è innocente.

Cristianesimo

La parola di Cristo è stata ed è soggetta a interpretazioni di stampo integralista. “Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace ma la spada…” racconta Matteo al capitolo 10,34. In quella logica Pierre l’Ermite organizzava la prima crociata contro gli “infedeli”, al grido “Dio lo vuole”. Urbano II esortava il mondo cristiano a “cingere la spada contro i Turchi”.

Giovanni da Capestrano “combatteva” gli Ottomani per incarico di Callisto III. Bernardo Guy, Carlo Borromeo, Roberto Bellarmino, mandavano al rogo quanti rivendicavano la libertà di pensiero garantita dal principio biblico che “Lo Spirito soffia dove vuole”. In tutta buona fede, “combattenti” e inquisitori venivano santificati.

Uccidevano in nome di Dio.

Il filosofo Martin Buber afferma: “Il successo non è uno dei nomi di Dio … Le generazioni degli uomini hanno riversato su questa parola il peso delle loro angosce e l’hanno scaraventata al suolo, calpestata… con le loro divisioni religiose l’hanno lacerata; in suo nome hanno ucciso e nel suo nome sono morti…essa porta le tracce delle loro mani insanguinate”.

Sulle borchie delle loro cinture le SS portavano inciso: “Gott mit uns”. Né la Chiesa tedesca né quella italiana criticarono la scelta sacrilega. Hitler e Mussolini erano ritenuti un baluardo contro il pericolo comunista. Di Dio e della Fede si sono onorate tutte le dittature sanguinarie dell’America Latina. Nel silenzio della Chiesa. In tutto rispetto per la Divinità, il buon Theodore Roosevelt riteneva un sacrilegio mettere il nome di Dio sulla moneta statunitense. Il mondo ha bisogno di un “teorico della Tolleranza” (oggi diremmo Rispetto della diversità) che nella metà del Settecento usava parole che riecheggiano le pagine evangeliche.

La Chiesa

Non sarà irriverente riportare la Preghiera di un illuminista che Papa Francesco non condannerebbe: “Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi… non ci hai dato il cuore per odiarci, e le mani per strangolarci…Le piccole differenze nel vestire, nel linguaggio, nei costumi spesso ridicoli, nelle leggi imperfette, nelle opinioni senza senso, non diventino occasione di odio e di persecuzione… Che quelli che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti, sopportino quelli che si accontentano della luce del tuo sole… Quelli che indossano una stoffa bianca per predicare il tuo amore non detestino coloro che dicono la stessa cosa vestendo un mantello nero…Possano gli uomini ricordarsi di essere fratelli!”.

Dopo più di due secoli le religioni continuano a dividersi, a lacerarsi in nome dello stesso Dio. Ateismo e fede continuano ad affrontarsi nella consapevolezza reciproca che sull’uno e sull’altra aleggia il “mistero”. Se è difficile capire come il mondo si sia fatto da solo, smarrisce ugualmente il pensiero di un Dio che si è creato da solo. Il secondo Comandamento non viene rispettato: il nome di Dio risuona frequentemente invano, dentro e fuori i luoghi di culto. Il Dio accessibile a tutti, segnalato da Cristo, è riconoscibile nell’Altro, anche nel nemico. Oggi più che mai circola intorno a noi. “Chi cerca Dio si perde” recita la saggezza indiana, “chi cerca l’uomo trova anche Dio”.