È uscito un nuovo sconvolgente libro che racconta i retroscena oscuri della campagna elettorale americana vinta da Trump. A scriverlo è stata Katy Tur. Ma vediamo maggiori dettagli.

Il mio posto in prima fila nella campagna elettorale più pazza della storia americana

Durante la campagna elettorale, Donald Trump non lasciò nemmeno il più infimo dettaglio al caso. Katy Tur, una giovanissima corrispondente della NBC, fu scelta da Trump come bersaglio e promotrice di una serie di Fake News, diffuse durante la campagna dai major media.

Katy Tur era il bersaglio perfetto.

Una donna, giovane, di talento, ma ancora un pesce piccolo che Trump poteva facilmente mangiare e intimidire. In piena campagna, per salvarsi la pelle, e alzare i punti di maggioranza per vincere la corsa, il futuro presidente decide di attaccare direttamente i giornalisti, così riparandosi da qualsivoglia accusa. E indovinate chi fu l'anti-eroe che Trump scelse come simbolo dei giornalisti nemici, calunniatori, falsi e traviatori di notizie? Be'... Katy Tur, ovvio.

Trump accusò Tur direttamente di averlo infamato, la citò su Twitter con termini indocili come 'bugiarda', 'reporter di terza mano', 'licenziati', 'storia scoretta', e via all'immaginazione (sul web diventò virale lo 'stai calma' -'be quiet'- verso di lei).

Insomma Katy non poteva credere che, nella sua timidezza, e condiscendenza giornalistica mai ferocemente spinta, fosse stata distrutta così personalmente proprio dal candidato presidente, messa in pericolo anche fisicamente, tanto da dover portarsi una scorta per non essere attaccata con spazzatura dai sostenitori di D.T.

Trump attaccò in seguito altre due giornaliste: Maureen Dowd e Maggie Haberman, del Times.

Memoriale

Il memoriale di Katy Tur in 221 pagine (che si intitola "UNBELIEVABLE: My Front-Row Seat to the Craziest Campaign in the American History") non potrebbe essere più adatto dati i nuovi usuali attacchi di Trump ai giornalisti nelle ultime conferenze, al rally Phoenix, (giornalisti definiti demagogicamente 'persone vomitevoli che non amano il nostro paese').

Il memoriale racconta di come l'inesperienza sia fatale per una donna in carriera, del mancato supporto dei colleghi e dei superiori, e di come le fake news siano più forti della verità. Tur difatti non aveva mai voluto creare articoli anti-Trump, eppure... la storia parla.

Più di tutto, 'Unbelievable' parla di come gli insulti di Trump possano essere un'arma e di come ogni sua parola fosse studiata da un team di scorretti esperti.

Per contrattaccare, la Tur decise di creare un tavolino di sole donne corrispondenti della NBC contro la campagna Trump, creando pure un apposito hashtag #realDonaldTrump. Questo avvenne quando uno dei boss del team Trump partì da New York per incontrare Tur nella sua sede a Londra e offrirgli un articolo sullo stesso Trump.

Una trappola quasi innescata.

Katy era risalita piano piano a galla, e aveva capito che il tutto era partito da un suo post su Twitter che parlava di protestanti che avevano costretto Trump ad abbandonare lo stage in uno dei suoi tour elettorali. Da lì il "bugiarda" impazzò: "Immagina il tuo migliore amico o il tuo capo darti della bugiarda, ecco... moltiplicalo per cento!"; così Katy ricorda di come il suo cellulare fu annegato da un'ondata di insulti dopi l'accusa di Trump.

Aveva capito: le parole di Trump erano studiate, create ad arte per aizzare i suoi supporters, fanatici della lealtà e mastini rabbiosi. Bisognava trovare sempre un nemico comune, cossiché Trump divenisse il paladino che avrebbe eliminato ogni minaccia e paura e falsità.

Al rally del South Carolina, durante la loro intervista live per la MSNBC, la riapostrofò pubblicamente: 'liar'. Lei sorrise e cercò di convincersi a non farlo entrare nella sua testa, ma il pubblico fissava con la bava alla bocca; fumante. Katy capì "sono un bersaglio". La madre di Katy, fotogiornalista di Los Angeles, pregò di aumentarle la sicurezza.

Non può esistere senza i giornalisti

Fino alla notte delle elezioni, Trump si servì di Katy Tur. Trump odiava quello che i giornalisti scrivevano di lui, ma non ne poteva fare a meno: senza i giornalisti non c'erano riflettori su di lui, senza giornalisti non esisteva. Così Trump concedeva intervistamente quasi esclusivamente alla Tur, potendola manipolare e sfruttare con mattatoi in diretta.

Il libro meglio di qualunque altro sul presidente dà una scultura perfetta della fisionomia mentale di Trump: l'oltraggioso sessimo è stato ed è ancora un gioco crudele usato da lui, tutto improntato sul suo vincente carisma capace di pungolare a ogni parola la frustazione di una nazione socialmente squartata.

Tutti erano sorpresi della vittoria di Trump. Katy Tur, no di certo.