Sicilia, provincia di Palermo: un nonno di ottant'anni ha insegnato al nipote adolescente a sparare con un fucile. Un video, diventato poi virale, mostra il nonno intento a dare consigli al ragazzo mentre quest'ultimo spara dalla finestra. Il nipote ha poi pubblicato il video su Instagram e nel giro di pochi istanti questo ha ricevuto migliaia di visualizzazioni.

I nonni sono un punto di riferimento per i propri nipoti, soprattutto oggi che si assiste ad un maggiore invecchiamento della popolazione, anche grazia all'aumento della durata della vita.

Legate alla figura dell'anziano, ci sono sempre impressioni di saggezza, o almeno una percezione di una comprensione più acuta e più profonda della vita. Ma perché, come in questo caso, i nonni non riescono ad esser sempre un esempio positivo per i propri nipoti?

L’età matura corrisponde all’essere maturi

L’età nella quale una persona dovrebbe diventare nonno o nonna, almeno in teoria dovrebbe corrispondere all’età della maturità. Ma questo vuol dire che i comportamenti di un nonno o di una nonna devono sempre essere maturi?

Vi è una sostanziale differenza tra il processo di invecchiamento ed un accesso alla maturità psicologica. Nel pensiero comune si è soliti immaginare il percorso di vita come una parabola.

Nella prima parte della vita la curva tende a salire, fino a raggiungere il picco nell’età adulta. Dopo, si avrà una lenta discesa, che corrisponde al periodo della terza e della quarta età. Tuttavia, gli studi contemporanei descrivono altre rappresentazione grafiche. L’andamento della nuova curva è di tipo sinusoidale: ovvero, vi è un’alternanza tra momenti di crisi e momenti di rilascio.

Quindi la rappresentazione della 'nonnità può essere molto diversa, a seconda del momento e di quello che rappresentano. Nella seconda parte della vita si continua a crescere, pur prendendo coscienza che la vita non è illimitata e che prima o poi la morte riguarderà anche noi.

Le crisi evolutive di Erikson

Erik Erikson, psicologo e sociologo tedesco vissuto nel XX secolo, descrive nel 1984 il ciclo di vita come un alternarsi di crisi evolutive.

Queste crisi non vengono descritte in maniera negativa, ma come momenti indispensabili allo sviluppo psicologico. Ne mette quindi in evidenza due:

  1. L’opposizione tra generatività e isolamento: si tratta della capacità che un individuo ha di aiutare e prendersi cura delle generazioni successive alla sua. Questa crisi accade nella prima parte della vita quando si diventa genitori. se non viene scelta la generatività si opta per un isolamento. Non diventare genitori per Erikson vuol dire provare sentimenti di stagnazione e isolamento, restringendo la sfera sociale e chiudendosi in sé stessi.
  2. L’opposizione tra integrità o accettazione e disperazione: il primo sentimento indica la capacità che un individuo possiede di concepirsi come parte di un ciclo più ampio. Con il termine disperazione si indica un sentimento di insoddisfazione. Un vittimismo che rende l’individuo apatico, poiché la vita sembra essere troppo corta per poter rimediare.

Quando un individuo diventa nonno si trova a dover affrontare una serie di cambiamenti e riadattamenti del proprio io.

Ecco perché non sempre i nonni danno ai propri nipoti un esempio positivo; molte volte sono gli adulti ad aver bisogno dei bambini per crescere.

Gli esempi negativi sembrano essere solo delle piccole eccezioni, i nonni d'oggi sono un'importante aiuto nell'educazione delle giovani generazioni all'interno delle famiglie, tanto che gli è stata istituita la festa dei nonni il 2 ottobre.