E' ancora plausibile parlare di diritto di cronaca, anche quando si lede in maniera palese la dignità di un giudice? E' sempre giustificabile procedere, con ogni mezzo, alla ricerca della verità, contro le istituzioni in genere per lanciare messaggi a favore della libertà di stampa contro un provvedimento susseguente ad un reato per diffamazione?

Inviato de 'Le Iene' aggredisce verbalmente un giudice

E' quanto emerge dall'episodio registratosi a Lecce, all'ingresso del Tribunale, protagonisti un inviato della trasmissione televisiva 'Le Iene' ed il giudice Giovanni Gallo.

Secondo la giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati, il dott. Gallo, alcuni giorni fa, mentre stava per fare il suo ingresso al Tribunale, è stato fermato, in maniera poco civile, da una troupe televisiva di Mediaset, con un inviato che si era piazzato davanti alla sua auto.

L'inviato ha iniziato ad aggredire verbalmente il giudice, con termini offensivi, in quanto il magistrato si era reso responsabile di un provvedimento di sequestro preventivo di alcune pagine del Tacco d'Italia, giornale online salentino, per il reato di diffamazione.La nota dell' Anm, pur precisando che il Tribunale del Riesame aveva parzialmente accolto il provvedimento di dissequestro, ad eccezione di una pagina Facebook, condanna, senza mezzi termini, il tono sprezzante e l'aggressività dell'inviato de 'Le Iene', per le gravi offese recate al giudice Gallo e all'ufficio da lui rappresentato.

Rientra nei parametri della ordinaria amministrazione che un qualsiasi provvedimento emesso da un gip possa essere annullato o riformato, secondo i principi posti in essere dall'iter procedurale della legge italiana. Ma non è ammissibile che la funzione giornalistica possa procedere senza alcun limite, alla ricerca della verità, usando mezzi censurabili e condotte che vanno al di là del diritto di cronaca.

E pur ammettendo che, in alcuni casi, l'inchiesta giornalistica può essere d'aiuto al compito dei magistrati, l’Anm non tollera che, in nome dell'esercizio di un fondamentale diritto costituzionale come è senz'altro la libera opinione di stampa e media in genere, si possa calpestare pubblicamente l'immagine di un magistrato rispettabile e coscenzioso.

Libertà di stampa entro i limiti imposti dalla Costituzione

A tale scopo, è utile ribadire che la nostra Costituzione ha sempre tutelato il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. L'art 21 precisa che 'la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure'. Ma lo stesso articolo puntualizza che c'è un limite che non può essere oltrepassato e riguarda ogni genere di manifestazioni 'contrarie al buon costume', rispetto alle quali le leggi italiane ed internazionali prescrivono provvedimenti atti non solo a prevenire ma, se necessario, a reprimere comportamenti poco ortodossi o scorretti.