franca leosini, durante la seconda puntata di storie maledette svoltasi nello stesso luogo, il carcere di Taranto, e con le stesse donne, Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, usa la sua grande dote di esploratrice per carpire da loro almeno una parte di verità.

Nessuno saprà mai la verità

La verità di quanto accaduto nell'agosto del 2010 ad Avetrana, quel piccolo paesino della Puglia diventato famoso per la scomparsa e l'uccisione della povera Sarah Scazzi, la sapranno sempre e solo loro, le artefici del delitto, ognuno con un ruolo ben definito dalla legge, che attraverso prove e riscontri, le ha inchiodate al carcere per anni a venire.

Sabrina e Cosima, condannate all'ergastolo, potranno usufruire dei primi permessi tra almeno 20 anni. Di loro si parla durante il programma. Le due donne si lasciano interrogare: la prima tra lacrime trattenute, la seconda che non tradisce emozioni nascoste. Poco analizzata invece la figura di Michele Misseri, il padre e marito, grazie al quale le due donne sono in carcere. Se lui non avesse fatto ritrovare il cellulare di Sarah, se non avesse raccontato dove l'aveva sepolta, e via via non si fosse divulgato con il suo romanzo che la legge non ha ritenuto attendibile fino in fondo, il corpo della povera ragazzina giacerebbe ancora infondo a quel pozzo.

Cosa farebbero Sabrina, Cosima e Michele?

Sabrina continuerebbe il suo lavoro di estetista, la madre ed il padre tirerebbero avanti tra un litigio e l'altro, tra spalle curve nei campi, e notti separate, lui a dormire su una sedia di casa, lei con il letto matrimoniale a sua disposizione, dopo aver cacciato il marito da lì. Invece Sabrina studia, disegna, consegna i pasti alle altre detenute, e tutte, dice, le sono state solidali, la consolano, la sorreggono, con l'aiuto di una psicologa, in questo cammino difficile.

Cosima si è data al ricamo come passatempi. E forse deve essere così, perché se per Sarah non c'è stato futuro, per loro deve esserci una riabilitazione, come dovrebbe accadere per ogni carcerato. Insieme madre e figlia nella stessa cella, unite da quel segreto che le vincolerà fino alla fine.

I parenti le vanno a trovare

I parenti del padre no, dice Sabrina, ma quelli da parte di mamma sì, vengono tutti.

Tranne la madre di Sarah, che a Sabrina aveva scritto una lettera, riportata da Repubblica. Sabrina dichiara di sentirla per la prima volta, mentre la Leosini gliela legge. E si commuove, e vorrebbe spiegarle cosa davvero è avvenuto quel maledetto giorno d'agosto di tanti anni fa. Peccato non si possa tornare indietro. Peccato per Sarah, vittima innocente. Una tragedia che ha avuto come risultato una famiglia distrutta. Il loro avvocato le difende ancora, convinto della loro innocenza. Il tempo non ci spiegherà dove stia il vero.