Non è nel naturale svolgersi delle cose che un figlio se ne vada prima dei genitori. La sua morte deve costituire uno dei dolori più grandi che possano colpire una famiglia. Quando poi a procurarsela sia il figlio stesso, per colpa di una piaga sociale che negli ultimi anni miete vittime ovunque, per una madre e un padre che non sono riusciti ad aiutarlo a superare l'enorme problema del bullismo, la rassegnazione diventa ancor più complicata da concepire.
Aveva soltanto dodici anni
Nell'età in cui dovrebbe essere tutto possibile, dall'amicizia al divertimento, alle coccole regalate dai genitori, alla camera divisa col fratello, un ragazzo di 12 anni del Mississipi, ha deciso di farla finita.
Nonostante i suoi genitori, con i quali aveva aperto il suo cuore e raccontato le minacce e gli scherzi che dei bulli che frequentavano la sua stessa scuola, la Southaven Middle School, gli rivolgevano quotidianamente, lo avessero consolato e spronato a reagire, Andy, così si chiamava il giovane, ha gettato la spugna.
Cosa passa nella mente di un perseguitato
Difficile affrontare per un adulto la presenza costante di persone che ledono la propria tranquillità e sicurezza. Per un ragazzo che non ha ancora difese sufficienti a placare il proprio senso di debolezza, indifeso di fronte alla stupidità e alla cattiveria dei suoi compagni di scuola che, stupidamente e per pura cattiveria, lo deridono e lo escludono dal gruppo, facendolo sentire un emarginato, è quasi impossibile da concepire.
Andy ha lasciato degli appunti
Ai genitori di Andy ora non rimangono del loro figlio che ricordi, e quegli appunti che ne descrivono il dramma vissuto, al quale non è riuscito a non soccombere. La madre, straziata dal dolore, ha però compiuto un gesto eclatante, quello di postare sulla pagina Facebook del ragazzo la sua ultima foto, quella con cui lascia la vita: disteso dentro alla sua bara, ricoperta di fiori.
L'immagine è seguita dal commento scritto "Ecco cosa può fare il bullismo".
Dietro al suo sorriso c'era un grande dramma irrisolto
Si ricorderà Andy e si ricorderanno tanti ragazzi come lui, che strada facendo i genitori hanno perso, per il suo sorriso e la sua voglia di vivere, stroncati dalla malvagità di chi come scopo ha il solo ridere del prossimo, schernirlo, che non ha capito nulla della bellezza della gioventù. E che forse andava semplicemente rieducato da quegli adulti che non ne hanno individuato il meschino percorso.