Molte le esternazioni dei partiti nella campagna elettorale in atto, per le imminenti Elezioni politiche del 4/03/2018. Tante offerte (un bombardamento) di modifiche e proposte di provvedimenti, per accattivarsi la simpatia degli elettori. In alcuni casi si tratta di promesse di difficile realizzazioni: un po' di populismo non guasta. Altre proposte, invece, avanzate da alcuni partiti, sono non solo necessarie, ma anche opportune e credibili. Ci riferiamo a quelle forze politiche, che mettono al centro dei loro programmi elettorali 'il lavoro', come principale punto fermo da cui partire, utilizzando tutte quelle leve che favoriscano lo sviluppo, a partire dal finanziamento alle piccole imprese, che in questo momento trovano molti ostacoli ad avere il sostegno necessario delle banche, ad una riduzione del costo del lavoro.
Detta strategia sarebbe l'imbocco della strada maestra per stimolare la crescita economica.
Partiamo dalla burocrazia
Chiaro è che bisogna partire abbattendo i numerosi paletti della burocrazia, che frenano ogni iniziativa dei cittadini. Le promesse, numerose, di abbassare le tasse e aumentare le pensioni, oltre alla eliminazione della Legge Fornero, ci sembrano quantomeno inopportune e rappresentano una mancanza di chiarezza nei confronti degli elettori. Qualche correzione sicuramente sarà possibile, ma solo parziali rimedi, se si vuole restare nel campo della realtà. I partiti, intanto, a pochi giorni dal voto, hanno affinato, col dibattito in corso, le loro strategie e gli apparentamenti.
Le aspettative delle varie formazioni
Il centrodestra pare destinatario, stando agli ultimi sondaggi diffusi prima del divieto di pubblicarli, della maggioranza relativa e spera, col voto, di ottenere addirittura quella assoluta, per poter governare autonomamente. Il centrosinistra, invece, spera in un risultato superiore al 40%.
Da Enrico Letta a Romano Prodi, passando per Veltroni ed altri importanti leader del passato, sono d'accordo di sostenere Paolo Gentiloni per guidare un Governo di centrosinistra, in caso di vittoria elettorale. Il Presidente in carica Gentiloni è infatti ritenuto, dai vari leader, la persona idonea a tenere insieme la varie anime del PD e della sinistra in generale: non gli difetta il garbo e la competenza politica.
Il Presidente Pietro Grasso per LeU si è anche reso disponibile a un governo di scopo, con Renzi e Berlusconi, per fare una uuova Legge Elettorale. Il M5S, primo partito, sempre secondo gli ultimi sondaggi diffusi prima del 16 febbraio, che si presenta da solo, spera anch'esso in un risultato superiore al 40% dei voti. Come si vede, le aspettative sono tante: non ci resta che attendere i risultati.