Pochi giorni fa Emma Bonino ha definito questa campagna elettorale «sgangherata». La leader di +Europa, ha descritto alla perfezione la situazione. Non solo per i toni piuttosto aggressivi dei vari "big", ma anche perché sembra che nessuno abbia definito, in maniera puntuale e chiara, un programma. Tante promesse. Quasi tutte difficili, o troppo costose, da mantenere.
Incertezza e astensione
Non stupisce, in un contesto elettorale come quello attuale, un forte clima di incertezza che, in Politica, fa rima con astensione. E a circa due settimane dal voto, gli astenuti rappresenterebbero ancora una buona fetta dell'elettorato.
Chi sono? un popolo variegato e deluso: elettori di centrosinistra, diversi centristi che, nel 2013, avevano scelto Monti, qualche pentastellato e qualche (ex) simpatizzante del centrodestra (pochi a dir la verità). Difficile dire se questi cittadini scontenti, il 4 marzo, si recheranno alle urne. E, soprattutto, difficile dire per chi decideranno di votare.
Gli esperti, comunque, non sono preoccupati: il numero dei votanti probabilmente calerà, ma non si avrà alcun crollo.
Le tre grandi coalizioni
Secondo gli ultimi sondaggi, pubblicati come da legge prima della mezzanotte del 17 febbraio, la situazione elettorale era ancora alquanto confusa. Il Pd appariva ancora in sofferenza, senza riuscire a consensi.
Ed i motivi sono diversi: la leadership di Renzi non è più così decisa, manca un'agenda vera e propria, si assiste a una ricorsa sui temi degli avversari. E poi le solite, ancora insanabili, divisioni interne.
Tuttavia, come fanno notare gli analisti, la contrazione del Partito Democratico - sempre secondo i sondaggi diffusi prima dello stop - è compensata dalla crescita di alcune "forze alleate".
E tra queste, desta interesse la lista di Emma Bonino; se +Europa rimarrà oltre la soglia di sbarramento per l’ingresso nel Parlamento, di fatto, Matteo Renzi non potrà realizzare il suo obiettivo (o sogno) di trasformare il Pd nella prima forza parlamentare.
Il centrodestra è la forza predominante di queste elezioni, ma bisogna considerare che l'equilibrio interno è minato dalle divergenze dei due leader: una parte c'è Silvio Berlusconi, dall'altra Matteo Salvini.
Cosa succederebbe se, dopo il voto, la distanza tra i due poli non si colmasse? Il vantaggio alle urne di Forza Italia non basterebbe perché Lega e Fratelli d'Italia, unite, superano il partito principale.
Per i 5 Stelle, invece, c'è da risolvere la questione dei rimborsi che ha scalfito, ma non penalizzato, la lista Di Maio. Infatti, nonostante tutto, il fatto che parte delle indennità percepite vengano restituite dà comunque valore all'immagine della formazione.
Le ultime simulazioni relative alla ripartizione dei seggi, davano in vantaggio il centrodestra, seguito da centrosinistra, Movimento 5 Stelle e da ultimo Leu. E se il premier Gentiloni terminerà il mandato con un consenso in crescita (non capitava dal 1994), per contro, Emma Bonino e Matteo Renzi perdono punti.
Tirando le somme, si può affermare che, oggi, una maggioranza di Governo è un vero e proprio miraggio. A meno che non si consideri un'ipotesi remota:un'intesa extralarge tra centrosinistra, Forza Italia, Noi con l’Italia e Leu.