Leggerezza diatonica e volubile, su linee cromatiche che s’intrecciano e si scontrano, per avvolgere lo spirito con un tessuto semantico, degno della più fertile immaginazione impressionista; quando essa si carica di romanticismo liquido ed elegante allo stesso tempo. Poche e semplici metafore non farebbero in tempo ad arrivare a spiegare la forza, la curiosità, l’estro, la passione drammatica e intensa del pianoforte di Martha Argerich, verso i “Daìmones” della fantasia corale, cui i grandi compositori hanno attinto la loro sete di passione.

Quando la passione diventa pura espressione

Anche nelle prove più semplici, la passione e la perfezione strutturale della grande pianista argentina riesce a riscaldare anche l’animo più “timido”.

Un segno di eccellenza tecnica e interpretativa, capace di arrivare ovunque, per una delle leggenda degli 88 tasti la cui forza espressiva ha riempito di energia e memoria il teatro grande di Brescia.

Il grande palco ha celebrato la geniale allieva di Arturo Benedetti Michelangeli in occasione del 55° Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo e lei ha ricambiato la cortesia, regalando ancora una volta emozioni su scale e progressioni armoniche che richiedono da sempre una grande responsabilità interpretativa, con una particolare attenzione all’intensità dell’espressione.

Le dita scivolano leggere e decise, in un vortice di sofismi modali che liberano magia e ispirazione a qualsiasi orecchio predisposto all’ascolto.

È cosi che la Sinfonia Classica del “selvaggio” Prokofiev, da prova estrema di forza per qualsiasi pianista, dal punto di vista del ritmo e delle dinamiche, diventa una celebrazione della vitalità e della fantasia popolare e intellettuale, come solo la grande tradizione musicale russa è riuscita a coniugare.

Non è un caso che l’edizione di quest’anno sia stata dedicata alla Russia dei grandi compositori: da Prokofiev a Ciaikowskij, esplorando il mondo del pianismo contemporaneo, con una particolare attenzione alla forma e alle appoggiature orchestrali, che ne contraddistinguono lo stile e la potenza sonora.

Giovani e affermati talenti si sono intervallati durante le giornate, aperte però curiosamente non dal pianoforte, ma dal violino di Viktoria Mullova, la cui sensibilità ed eleganza hanno ripercorso una delle più belle pagine musicali della scuola nordica: il Concerto per violino di Sibelius.

Una grande festa di musica dove la regina Martha mette in campo tutta se stessa, in particolare nella seconda parte del concerto, quando, sempre accompagnata dall’Orchestra filarmonica di Bergen, esegue una delle vette più audaci del classicismo musicale: il Concerto n. 1 di beethoven. Dove la forza della passione prende il sopravvento, arriva la fantasia; quella istintiva e struggente che dal genio di Ludwig sembra passare attraverso le braccia, le dita, il pedale e le dinamiche, con i quali Argerich mette in scena un gioco soave di luci e suoni, pieni di vita e colore, nel quale la precisione, l’agilità e la sicurezza, seppur imponenti, non separino il carattere espressivo e sensuale di un linguaggio che è diventato profondo e al tempo stesso spensierato, con il fine d’ispirare anche i giovani a esplorare territori, sempre meno battuti; quelli dell’anima e della fantasia.

Energia ed estroversione, sono la sostanza di cui si nutre la pianista argentina e questa sete lei ha insinuato anche nei suoi allievi; ma è una in particolare, la giovane greca Theodosia Ntokou, alla quale lascia le redini dell’orchestra, con una straordinaria esecuzione del Concerto n.2 di Shostakovic, a dimostrare come anche lo strutturalismo più sofisticato di una melodia, non appartiene a un genere o a una razza, ma a chi quello stile riesce a incarnarlo nella propria identità.

Una serata piena di colori e profumi, che raccontano una tradizione musicale eterna e attuale, grazie a una delle ultime esponenti più raffinate; icona pop outsider, alla stregua di Bocelli e Maria Callas, con un gusto e una sensibilità che mette insieme molte anime, come quelle di coloro alle quali ha rubato una parte di anima.