“Btp”, “bund”, “spread”: acronimi e verbi, questi, tornati ad essere attori protagonisti, recentemente, dell’opera teatrale che si è svolta e si svolge ancora sul palcoscenico dei mercati finanziari. Un vero e proprio dramma, nello specifico, per l’Italia, con il differenziale tra i suoi titoli di Stato decennali e quelli tedeschi che ha infine sfondato quota 200 punti base.
Il “primo atto” del dramma odierno
Nonostante mercoledì sera il presidente della Repubblica abbia incaricato Giuseppe Conte di formare un nuovo governo (ciò che, teoricamente, dovrebbe rappresentare una rassicurazione di stabilità e di continuità economico/istituzionale per gli investitori in Italia), oggi il “primo atto” del dramma finanziario alla Borsa milanese ha già implicato una “vittima”: i “buoni del Tesoro poliennali”, o btp, i titoli obbligazionari decennali insomma con i quali si finanzia il debito pubblico, hanno visto aumentare lo spread rispetto ai “Bundesanleihen” o bund tedeschi, anche esse obbligazioni emesse dallo Stato usate per far inalare ossigeno all’economia della Germania, fino al valore di 200 punti base.
E naturalmente anche il rendimento dei decennali di Stato si è incrementato, e precisamente al 2,45%, valore, questo, che segna l’interesse pagato dall’Italia a coloro che ne acquistino i btp. La percentuale aumenta quanto più l’investimento in titoli di Stato sia percepito come rischioso da parte dei mercati finanziari. La giornata di contrattazioni a piazza Affari (che per ora ha ceduto terreno, perdendo, alle 9,10, lo 0,34%, diversamente dalle altre Borse europee, che sono invece in rialzo), tuttavia, è appena iniziata: è possibile che gli atti successivi del dramma riservino dei colpi di scena, ma anche ulteriori “vittime”.
Una settimana di fuoco
Va detto che il dramma finanziario ora in scena a piazza Affari sia quello dotato di maggiore pathos rispetto agli altri recitati nei giorni scorsi, i quali tuttavia non sono stati né scevri di sorprese e né privi di “vittime”.
Perché ad inizio settimana lo spread tra btp e bund aveva già sfondato quota 180 punti, per poi, mercoledì scorso, arrivare a toccare il valore di 187, il massimo dalla scorsa estate.
La Borsa aveva chiuso, quel giorno, a 185, con un rendimento dei titoli di Stato al 2,4%, che non si aveva ben dal 2014, da prima che la Banca centrale europea approvasse ed utilizzasse il Quantitative Easing, il programma straordinario di acquisto di titoli di Stato da parte dell’Eurotower.
Giovedì, ossia ieri, i mercati invece sembravano un po’ più gentili con l’Italia, tanto che lo spread si era leggermente abbassato: un colpo di scena, appunto. Seguito però da un “delitto”: quello del dramma finanziario di stamattina.