La crisi economica degli ultimi anni, a partire dal 2008, ha imposto a tutti i paesi membri dell'Unione europea, enormi sacrifici economici. Alcuni di questi, come la Germania, sono riusciti, prima degli altri, a varare le necessarie riforme e porre così rimedio ai problemi più urgenti. Il nostro paese ha fatto la sua parte, e anche se in ritardo, è riuscito a superare ugualmente buona parte delle difficoltà. Sono mancate alcune riforme che non hanno agevolato la ripresa con maggiore velocità. I primi segnali certificano che vi è stata l'inversione di tendenza.

Difatti, alcuni dati Istat ci dicono che siamo sulla via nuova dello sviluppo. Il nostro debito pubblico è molto elevato. Si tratta di un grosso macigno che ci condiziona in tutte le iniziative: occorre molta oculatezza nella scelta dei progetti economici.

La strada della ripresa

Dobbiamo prendere atto che gli sforzi profusi negli ultimi anni, dai governi che si sono succeduti, cominciano a darei primi frutti, anche se il debito pubblico è ulteriormente aumentato. Il ruolo dell'Europa, in questa fase di crisi, è stato molto importante e determinante. Il 'Quantitative Easing' (Qe) ha consentito alla Bce l'acquisto dei titoli di Stato. Questo strumento ha dato una mano a tutta l'Europa e, soprattutto, ha evitato speculazioni da parte dei mercati, riducendo di fatto i costi del debito.

Nel summit di Riga (Lettonia), tenutosi il 14 giugno u.s., la Bce ha preso una decisione molto importante: ha difatti stabilito lo Stop al Quantitative easing, già preannunciato da tempo. Inoltre la Bce ridurrà gli acquisti a 15 miliardi al mese, da ottobre a dicembre, per portarlo a zero dal gennaio 2019. Per la politica monetaria, a livello di tasso, viene confermato lo 0%.

Moneta unica irreversibile

Il Presidente Draghi era accompagnato da Luis de Guindos, nominato vice Presidente della Bce in sostituzione di Vitor Constancio. Tra gli effetti benefici del Qe negli ultimi 3 anni, vanno riconosciuti il 2,9% di Pil aggiuntivo e all'1,9% di inflazione. Ha dichiarato poi lo stesso Draghi, che il rischio deflazione sarebbe scomparso e che la moneta unica è irreversibile.

La Banca Centrale Europea, secondo Draghi, resta vigile e pronta ad intervenire, in caso di necessità. Dobbiamo tutti riconoscere che si è trattato di uno strumento di grande utilità. Sicuramente, per il Presidente Bce, saranno ancora necessari per l'eurotower significativi stimoli monetari, per sostenere l'ulteriore accumulo di pressione sui prezzi interni e l'andamento dell'inflazione , nel medio termine. Ora toccherà a noi, senza la stampella di Draghi.