Sembra che il tanto famoso tabù dell’omosessualità in Italia stia per esser messo in risalto grazie alle dichiarazioni del nuovo ministro della famiglia, Luciano Fontana, il quale ha intenzione di attuare un tipo di politica anti-omosessuale. Non solo: egli si pronuncia anche contro-aborto e mostra le proprie antipatie verso i migranti.
Italia verso il cambiamento
L’Italia, sotto la guida del nuovo ministro della Famiglia, Luciano Fontana, sembra voler portare a galla alcuni tabù i quali, essendo tali, erano argomenti evitati, temuti e ritenuti iniqui.
Per Fontana il nucleo famigliare deve essere costituito esclusivamente da una coppia eterosessuale, senza possibilità di apertura verso quelle omosessuali. Sembra davvero che egli sia la persona la quale sta incarnando maggiormente il famoso “Governo del Cambiamento”, il quale si impone l’obiettivo di portare l’Italia in alto nel panorama Europeo, ma tutto ciò non è attuabile senza cambiamenti, alcuni dei quali risultano essere macroscopici. Secondo Fontana: "Stiamo combattendo una battaglia, siamo come crociati che non combattono con le spade ma con l’arma della cultura, dello studio e dell’informazione veritiera. Sarà una battaglia difficile ma l’Italia deve vincerla”.
Inoltre è di rilievo il fatto che egli abbia combattuto anche contro l’inseminazione artificiale a single e contro le lesbiche, opponendosi, inoltre, anche alle scuole pro-LGBT(scuole che accolgono omosessuali, bisessuali, transgender).
Si pronuncia anche contro l’immigrazione, arrivando a condannarla del tutto, asserendo che siamo letteralmente invasi da questo fenomeno e come se non bastasse subiamo anche, trasversalmente, l’emigrazione delle nostre giovani menti all’estero, poiché qui inappagate. Per Fontana questa è "una battaglia per la Vita, per la sopravvivenza del nostro popolo, e per essere vinta bisogna combattere contro diritti come quello all’aborto (poiché prima causa di femminicidio al mondo), quello all’eutanasia (fine prematura al principio teleologico, quindi aberrante) e contro ogni tipo di famiglia che non sia composta da uomo, donna e figli”.
'La politica è un'arte'
Il signor Machiavelli diceva proprio questo: egli era convinto davvero del fatto che la Politica fosse un'arte, ed in quanto tale dovesse essere completamente distaccata da valori etico-morali che ne potevano compromettere, in qualsivoglia maniera, la propria buona applicazione. La politica è quindi esclusivamente quell’arte che deve avere come obiettivo il bene del popolo, ed anche se un’azione possa risultare iniqua e contro-morale, deve essere attuata poiché, in quanto tale, svolge gli interessi dello stesso.
Quello che sembra proporre Fontana, in età moderna, sembra essere un’eco a quel che era il pensiero di Machiavelli: molte delle sue scelte possono risultare altamente antimorali, eppure, potrebbero essere terapeutiche verso un popolo che vive di esacerbazioni.
Ovviamente gli esiti finali non possiamo in alcun modo prevederli, si entrerebbe nella relatività della questione e bisognerebbe tener conto di moltissime complicazioni a livello sociale e non, oltre che un numero spropositato di conseguenze non intenzionali ovviamente imprevedibili. Non possiamo, quindi, assolutamente prevedere cosa questo tipo di politica, che apporta un cambiamento così repentino, possa avere come risultante, ma in un’epoca statica come quella che l’Italia stava vivendo, assolutamente non positiva, Fontana ha evidentemente pensato di apportare cambiamenti anche ingenti.
La questione che si apre sembra davvero essere irrisolvibile, contorta e intricata: è meglio attuare secondo morale compiendo scelte che siano condivisibili, ma che forse non portino alcun beneficio, o anzi, portino peggioramenti, oppure attuare in maniera antimorale e cercare di riportare in auge una nazione che ha davvero tanto da dire? Vedremo, prima di giudicare, come il tanto agognato “governo del Cambiamento” cercherà di ribaltare le sorti di una nazione in via di declino.