I primi due mesi di Serie A hanno evidenziato il perpetuarsi del predominio della Juventus, che pare proprio non volerne sapere di deporre le armi, quelle armi che da oltre sette anni le permettono di signoreggiare indisturbata nell'arena della massima categoria, senza che alcun team ne possa minimamente mettere in pericolo le insegne regali (nel campionato in corso vanta 6 lunghezze su Napoli ed Inter).
Una Juve la cui egemonia “rischia” presto d'emigrare al di là dei confini italiani.
L'anno giusto per la Coppa dei Campioni
A detta di molti esperti quella in corso, infatti, dovrebbe essere la stagione giusta per puntare seriamente al massimo traguardo europeo, un sogno la cui realizzazione potrebbe essere assecondata dal periodo non proprio incantevole che stanno vivendo le aristocratiche del vecchio continente, dal Real Madrid al Bayern Monaco, che stanno faticando più del previsto a rimanere sulla cresta dell'onda, un'onda che invece potrebbe cavalcare magistralmente la Juventus di Allegri, che può puntare proprio su questa situazione favorevole per issarsi finalmente sul tetto d'Europa.
Per farlo dovrà cercare ad ogni costo di sfruttare con tutti i mezzi a propria disposizione quella che sembra un'occasione irripetibile. In primis dovrà sapientemente profittare dell'apporto del nuovo acquisto Cristiano Ronaldo, che in fondo - e la Juve non ne fa mistero - è stato fatto imbarcare sul transatlantico piemontese per puntare all'obiettivo degli obiettivi, ovvero vincere quel trofeo che nemmeno Carlitos Tevez e Gonzalo Higuain sono riusciti a farle conquistare, sebbene non vi siano andati poi così lontani...
Se Ronaldo permette...
Il bomberissimo portoghese (giunto nel frattempo a 405 reti nei vari campionati massima divisione in cui ha giocato) è la variabile cardinale in ottica europea: con il principe dei marcatori di Champions al massimo della forma psico-fisica ogni traguardo sarà possibile, ma se l'ex asso madrileno non girerà a pieno regime la Signora perderebbe buona parte della forza d'urto, divenendo una big fra le tante, ed allora il sogno più ambito rischierebbe di rimanere confinato nel cassetto delle aspirazioni proibite.
C'è da dire che in questo avvio di stagione Ronaldo è stato sontuoso in Serie A (di cui è l'attrazione principale, alla pari di una star di Holywood) mentre in Europa la sua effige è apparsa sinora un po' sbiadita, perlomeno non all'altezza della sua fama miracolistica. La Zebra a dire il vero non ne ha sofferto più di tanto, raccogliendo tre successi in altrettante partite, regolando a domicilio l'ostico Valencia ed il temibile Manchester United di Mourinho (Dybala-gol), che non sarà più lo squadrone di Ferguson ma che ad ogni modo rimane un signor team, che i bianconeri non superavano all'Old Trafford dal 1996-'97 (quando decise un rigore di Del Piero), per un trionfo per certi versi epocale che lascia scorgere felici presagi, anche per il modo in cui è maturato, coi Red Devils soggiogati dal gioco bianconero, a tratti apparso surreale, che ha riportato alla mente la grandissima Juve di Vialli, Ravanelli e di baby Del Piero.
Non solo CR7
A parte Ronaldo la Juve, al fine di tornare dopo oltre vent'anni sul tetto d'Europa, potrà affidarsi per l'ennesima volta ad un super reparto difensivo pluricollaudato, facente capo ai soliti Bonucci (tornato alla base dopo un infelice anno di Milan) e Chiellini (34 anni e non sentirli), che garantisce di far lievitare di partita in partita le quotazioni bianconere. Il centrocampo non è da meno, coi vari Khedira (se sorretto dal fisico) Pjanic, Matuidi ed il giovane uruguagio Bentancur che hanno le carte in regola per traghettare la Zebra al di là della normalità, alla pari di un reparto offensivo di valore eccellente con pochissimi eguali al Mondo, coi vari Dybala, Mandzukic e CR7 che promettono tuoni e fulmini.
Per un collettivo che ha dalla sua parte non solo l'enorme mole qualitativa (da far invidia al Barcellona) ma anche la considerevole esperienza di molti elementi, alcuni dei quali hanno alle spalle due finali di Champions, come i già citati Bonucci e Chiellini, per tacere dei gente come Khedira e Matuidi, già iridati con le rispettive Nazionali, e naturalmente Ronaldo, fra i più decorati della storia del calcio (5 Coppe dei Campioni e tanto altro). Ma a giocare un ruolo fondamentale vi sarà senz'altro la consistente abitudine a giocare assieme, che a certi livelli, se si vogliono conseguire grandi risultati, è imprescindibile, per un qualcosa che fa da collante ad un insieme di giocatori che altrimenti rischierebbero di essere nient'altro che un complesso mal assortito, persino disordinato, di unità disgiunte fra loro, lungi dal fare una squadra.