Dopo le prime 4 Giornate di Serie A emerge più prepotente che mai la schiacciante superiorità dei Campioni d'Italia della Juventus. Salvo mutazioni genetiche, attualmente non preventivabili, anche in questo campionato pare destinata a tenere il proprio stemma sul pennone più alto. Al termine dei 360 minuti d'inizio torneo, infatti, Madama appare già di un altro pianeta. Dietro di sé ha creato il vuoto, distanziando anni luce le avversarie che alla vigilia della competizione venivano accreditate del ruolo di antagoniste. Roma e Inter sono alle prese con un'involuzione che potrebbe presto esimerle da ogni ambizione prestigiosa.

Chi fermerà Madama?

A parte il Napoli (a -3), nessuna compagine sembra essersi collocata in maniera consona per impensierire i pluricampioni d'Italia, a meno di un improbabile repentino calo della capolista. La Juventus sta imprimendo un ritmo assai celere al campionato, difficilmente sostenibile da una concorrenza poco credibile. La sensazione è che i bianconeri di Allegri, al fine di prolungare ulteriormente la propria epopea d'oro, non dovranno far altro che gestire con intelligenza una situazione talmente favorevole da non richiedere funambolismi spregiudicati. Limitandosi, perciò, a una sorta d'ordinaria amministrazione.

La rosa di cui la Zebra può disporre è di gran lunga superiore ai competitors, che al suo confronto, nessuno me ne voglia, appaiono sbilenchi e persino ridicoli (se aspiri ad interrompere la tirannia della Juventus non puoi sprecare un doppio vantaggio in casa col Chievo o perdere in casa contro il Parma).

Se poi si può disporre di una belva d'area di rigore assetata di sangue fresco come Cristiano Ronaldo - la doppietta rifilata al Sassuolo fa già leccare i baffi alla tifoseria ed ai cultori del bel calcio - allora t'accorgi che una vera avversaria, che sia capace di impensierirne la leadership, non la potrai scorgere nemmeno avvalendoti dei più sofisticati sistemi radar.

Con Ronaldo si vola

Eh sì, perché con l'innesto del prototipo del bomber letale, qual è appunto l'ex stella del Real Madrid, la linea di demarcazione fra i piemontesi ed il resto della ciurma si è ispessita notevolmente. Le avversarie sono relegate in un recondito angolino buio ed angusto, dove è pressoché impossibile avvistare dei bagliori luminosi che non siano delle fiammelle e che alla lunga rischiano di incenerire ogni residua ed infinitesimale speranza di poter uscire molto presto da un'endemica condizione di accertata mediocrità.

Sarà difficile riaprire un torneo che anche in questa stagione offrirà la solita abusata minestra. Una minestra sempre succulenta per la Juventus, certo, ma che per le altre assume anno dopo anno un sapore insipido ed a tratti stomachevole.

Con buona pace del livello del nostro massimo campionato, che non può che risentirne, per una piattezza qualitativa riscontrabile anche in nazionale. Basti vedere quanto successo in occasioni delle qualificazioni Mondiali Russia 2018, con gli azzurri rimasti a casa dopo oltre mezzo secolo d'onorata presenza. Per non soffermarci più di tanto sulle ultime uscite della banda di Mancini, che nella nuova competizione, la Nations League, ha denunciato delle carenze tecniche non indifferenti, con troppi giovani sì di buon valore, ma ancora immaturi, con una personalità risibile, che magari gli consente di ben figurare coi club ma che si rivela insufficiente a livelli altolocati, in cui palesano una certa abulia ed un inconsueto disorientamento.

Se poi ad apparire straniti, mostrandosi acerbi per certi palcoscenici, vi sono persino gioielli del calibro di Insigne e Bonaventura, che con le rispettive squadre non difettano mica in classe e che non sono più degli sbarbatelli, ecco che la missione di riportare l'Italia agli antichi fasti appare sempre più ardua, ed il pericolo di piombare negli abissi delle nostre ambizioni appare sempre meno ipotetico.