E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il discusso concorso straordinario per l’assunzione di 12 mila insegnanti nella Scuola dell’infanzia e primaria. Questo concorso è stato deciso dal governo nell’ambito del decreto dignità. Vi possono partecipare i precari diplomati magistrali, i laureati in Scienze della formazione primaria e gli insegnanti specializzati per il sostegno ai diversamente abili. Sono esclusi dalla partecipazione i docenti che hanno maturato il servizio solo nell’ambito della scuola paritaria.
I docenti per accedervi devono avere maturato due anni di insegnamento consecutivi negli ultimi otto anni presso le scuole statali.
Per il compimento dei due anni di anzianità, occorre avere lavorato ogni anno 180 giorni consecutivi. Appare, dunque, plausibile che l’anno in corso non potrà essere utilmente sfruttato per la partecipazione al concorso. Ai diplomati magistrali non viene riconosciuta alcuna priorità, e a quelli di ruolo nessun vantaggio.
I partecipanti sono chiamati a sostenere una prova orale il cui esito, unitamente ai titoli, produrrà un punteggio che garantirà un posto in graduatoria, senza nessuna esclusione. I concorrenti all’atto della domanda devono decidere per quale regione intendono candidarsi.
Il prossimo anno ci sarà un concorso ordinario
Nel frattempo il ministro dell’istruzione Marco Bussetti ha annunciato che, per il prossimo anno, sarà pubblicato un successivo concorso ordinario per la scuola primaria e dell’infanzia al quale potranno partecipare gli stessi docenti abilitati ma che non prevederà, si presume, il vincolo biennale del servizio.
E’ una delle rare volte, dopo dieci anni, che un governo promuove concorsi per la scuola di base e non coglie l’occasione di mettere fine al grande contenzioso che si è registrato in questi ultimi anni per il riordino del settore scolastico. Per gli insegnanti diplomati si prospetta un futuro di incertezza nonostante gli stessi lavorino da oltre dieci anni nella scuola.
Il concorso risponde alla sentenza dell'Adunanza Plenaria dello scorso dicembre
Il concorso è stato deciso a seguito della sentenza della Adunanza Plenaria del dicembre scorso che ha bocciato le precedenti sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che riconoscevano, ai diplomati magistrali ante 2001/2002, il diritto all’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento.
A seguito della sentenza della plenaria i diplomati avevano ottenuto dai partiti di governo la sicurezza che il loro lavoro non sarebbe andato perduto.
Le diverse manifestazioni organizzate dai movimenti dei diplomati magistrali, gli incontri con i rappresentanti di governo, alla fine non hanno sortito la soluzione politica sperata dai maestri. Alle proteste dei docenti è stato risposto che la sentenza dell’Adunanza Plenaria andava necessariamente applicata.
Che le sentenze vadano rispettate è indubbio ma è proprio lo Stato Italiano che sembra non averla rispettata alla lettera. All’inizio dell’anno scolastico, infatti, i docenti che, a detta della citata sentenza, non avrebbero avuto i titoli per continuare ad insegnare dalle graduatorie ad esaurimento, sono stati riutilizzati per permettere l’avvio dell’anno scolastico e garantire il diritto allo studio ai bambini.
Considerati i numeri previsti dal bando di concorso e il numero di diplomati magistrali inseriti nelle graduatorie ad esaurimento tramite ordinanze dei giudizi amministrativi che ammonta a circa 60 mila, a rimanere disoccupati saranno oltre 50 mila docenti che, nell’ultimo decennio, hanno contribuito alla formazione di una generazione di giovani. Un’altra significativa carenza è quella del sostegno ai bambini diversamente abili.
Nella manifestazione di quest’anno dedicata “alla piena inclusione scolastica degli alunni con sindrome di Down”, è emersa la mancanza di oltre 10 mila insegnanti per il sostegno. Per cui, su 12 mila nuovi assunti dal concorso, quelli destinati al sostegno saranno del tutto insufficienti alle reali esigenze.
Le nuove graduatorie di merito regionali
Le nuove graduatorie che si formeranno a seguito del concorso, andranno in coda alle graduatorie di merito del concorso 2016, e da lì si attingerà, ogni anno, il 50 per cento dei docenti che assumeranno il ruolo. L’altro 50 per cento, come previsto dal Testo Unico sul pubblico impiego, sarà invece destinato alle assunzioni tramite graduatorie ad esaurimento.
Ciò significa che, soprattutto nel sud Italia, i vincitori di questo concorso potranno essere assunti dopo anni. Le graduatorie ad esaurimento, infatti, nelle province meridionali sono piene di insegnanti che vi resteranno per diversi anni ancora e altrettanto sature sono le graduatorie del concorso 2016.
Il concorso e le conseguenti graduatorie che ne scaturiranno, dunque, hanno basi e struttura completamente diverse dalle graduatorie ad esaurimento e non potranno garantire il mantenimento della posizione e dei diritti che i diplomati magistrali avevano ottenuto al loro interno con una evidente e logica retrocessione delle posizioni.