Quartiere San Massimo, via Spagnolo, appena dieci minuti dal centro di Verona. All’interno di un ampio giardino si trova un complesso di tre piani: sugli scrostati muri grigi ci sono delle piccole finestre rosse e su un lato dell’edificio una lunga apertura chiusa da una rete ricorda una piccionaia. Molte tapparelle sono abbassate e potrebbero suggerire che quell’edificio sia abbandonato, ma basta notare il bucato appeso a diversi balconi per capire che in quelle case popolari qualcuno ci abita per davvero.

Il citofono dell’ingresso è "sgangherato" come il resto della struttura.

Ci fa da guida una signora, che non vuole si faccia il suo nome. Ha paura: qualche anno prima i condomini avevano firmato una lettera per chiedere degli urgenti interventi di manutenzione all’Agec (l’Azienda Gestione Edifici Comunali di Verona) e la signora ci dice che "per tutta risposta l’Agec ha inviato ai firmatari della richiesta quelli che, senza dubbio, erano degli avvisi di sfratto. Nessuno si è più lamentato apertamente, accettiamo di vivere così e basta".

Agec vs residenti: confusione sulla pertinenza di alcuni lavori di sistemazione

Nel giro scale l’aria è acre di umidità, alla parete sono attaccati vecchi termosifoni e delle enormi finestre sono tenute chiuse con lo scotch. Nel lungo corridoio i controsoffitti ribassati di cemento grezzo evocano uno spazio claustrofobico.

La signora ci racconta che "l’edificio doveva essere una casa di cura o un qualche tipo di struttura di degenza, poi negli anni è stato riconvertito in una casa popolare, senza pensare troppo alle diverse esigenze abitative".

"Al piano terra ci sono degli stanzoni destinati ad ospitare i senzatetto per la notte e su ogni piano del palazzo vivono una decina di famiglie, ma tanti appartamenti sono vuoti.

Ci sono Veronesi e stranieri, tutte persone normali, ognuna con la propria storia" ci spiega la signora. A metà del corridoio si trova la sala comune, chiusa con una catena: all’interno sedie di plastica e legno addossate ai muri, tavoloni affastellati al centro e immagini di santi e Madonne, memorie di uno spazio di aggregazione che adesso non esiste più.

Quando piove parte del terzo piano si riempie di pozze d’acqua e in tanti punti il controsoffitto del corridoio si è corroso scoprendo le travi ormai arrugginite. Sul muro ci sono dei ganci sporgenti, chiediamo cosa siano: "Qui c’erano gli estintori, ma una volta scaduti non sono più stati rimessi, dicono che lo dobbiamo fare a spese nostre". Nessuno sa di chi sia la pertinenza di alcune parti di quel complesso, se dell’Agec o dei condomini e questa confusione crea il degrado. Da una parte la lentezza della partecipata del Comune nel porre rimedio ad alcune emergenze abitative, dall’altra la mancanza di informazione dei residenti che non sanno da dove iniziare a mettere mano, anche all’interno dei loro appartamenti che sono spesso rattoppati.

"Viviamo con la paura di essere buttati fuori di casa se ci lamentiamo - ci dice la signora -. Una volta organizzavano le riunioni condominiali nelle stanze comuni di questo complesso, ma da qualche tempo hanno deciso di farle in centro città, in via Noris. Ci sono molti anziani e disabili che non riescono a spostarsi. Hanno fatto di tutto per avere delle assemblee semideserte, così nessuno può manifestare il proprio disagio".

Non c’è ancora una data per l’inizio dei lavori

Nel 2017 l’allora presidente di Agec, Michele Croce, fondatore del movimento Verona Pulita, aveva costruito parte della sua campagna elettorale per la poltrona più alta di Palazzo Barbieri, proprio sulle case popolari, promettendo lavori e importanti investimenti.

Ha vinto Federico Sboarina (coalizione di centro destra) e solo le insistenze del capogruppo in Consiglio Comunale del PD, Federico Benini, hanno fatto sì che il nuovo assessore, con delega alle Partecipate, Daniele Polato avviasse alcuni interventi migliorativi.

Croce intanto è diventato presidente di Agsm (incarico che ha perso lo scorso marzo) e, il suo ex braccio destro, Roberto Niccolai è salito alla presidenza di Agec. Quest’ultimo ha accusato i suoi predecessori di non aver risolto alcune gravi situazioni e di aver lasciato molti immobili in stato di degrado. In tutto questo quadro slitta ancora la data di inizio dei lavori delle case popolari in via Spagnolo.