I lupi italiani non se la stanno passando troppo bene. Lo scorso 10 maggio infatti in Alto Adige molti allevatori hanno protestato contro questi animali, colpevoli di predare le mandrie e di spingersi troppo a valle in cerca di cibo. Le montagne sono state illuminate da decine di falò per riaccendere, metaforicamente, la questione sulla pericolosità dei lupi per le fattorie della zona.

L’iniziativa tranfrontaliera ha visto partecipare allevatori e agricoltori di tutto l’Arco Apino, stanchi delle continue incursioni dei lupi, alle quali non riescono a trovare rimedio.

Leo Tiefenthaler, presidente dell'associazione Bauernbund, che raccoglie molti agricoltori altoatesini, ha spiegato che i fuochi sono un segno visibile contro i lupi e aggiunge che negli ultimi tempi sta diventando evidente come la pastorizia tradizionale ed il lupo siano incompatibili.

Secondo il presidente Tiefenthaler la soluzione sarebbe quella di prendere esempio da altri Paesi europei rendendo l'Alto Adige libero dai lupi (già in alcune regioni italiane sono partite delle spedizioni di abbattimento programmate), ma questo richiede la disposizione di un piano di interventi nazionali che prevedano zone libere dai lupi e il controllo della loro popolazione.

Senza lupi addio biodiversità

Il lupo sta lentamente tornando a ripopolare le montagne italiane tra la Catena Appenninica e l’Arco Alpino, ma la distruzione degli habitat naturali ad opera dell'uomo, la crescente deforestazione, l’inquinamento che ha raggiunto anche le foreste e il bracconaggio continuano a mettere in pericolo la specie.

Sempre più agricoltori informati stanno utilizzando sistemi anti-lupo "naturali" come cani da guardia e recinzioni, consapevoli che con la perdita di questo animale rischia di ridursi la biodiversità delle foreste, con riduzione di piante autoctone e aumento incontrollato di animali erbivori, che spingendosi a valle per nutrirsi rischiano di diventare un problema più difficile da gestire dei lupi.

Al Bioparco di Roma una casa per i lupi

In molti posti i lupi non sono bene accetti, ma ce ne sono anche altri dove possono trovare una nuova casa, come al Bioparco di Roma che accoglie i lupi che erano stati salvati dallo zoo di Rijeka in Croazia: dopo la chiusura per fallimento della struttura nessuno si era preoccupato del destino dei due maschi di lupo, trovati gravemente denutriti, tanto che si temeva per loro il peggio.

I lupi sono stati curati all’interno del parco della Capitale, ma non potendo essere liberati in natura, dal momento che sono cresciuti in cattività, non restava che introdurli nella 'Selva dei Lupi', un Ambiente di oltre 1.000 metri quadri, costruito per cercare di rispondere alle esigenze dei nuovi ospiti.