Cinque mesi fa, a Cannes, veniva incoronato il regista sudcoreano Bong Joon-Ho per il suo ultimo capolavoro. Tra poche settimane, dal 7 novembre, il pubblico italiano potrà finalmente trovare nei Cinema Parasite (Gisaengchung), una delle migliori pellicole dell'anno, distribuito in Italia da Academy Two.
Un'opera per cinefili
Parasite è quasi impossibile da etichettare sotto un genere cinematografico. È un dramma, un thriller, ma anche una commedia, un film artistico. Tutto quello che un cinefilo può definire cinema di qualità è racchiuso in 132 minuti di bellezza.
Forse è il miglior film di quest'anno, ed è un'affermazione pericolosa nel 2019, data la ricchezza delle produzioni viste e attese quest'anno (il nono film di Tarantino, Joker, The Irishman). Parasite è stato già selezionato per rappresentare la Corea del Sud per il premio al miglior film internazionale. Sbilanciandosi, sarà tra i finalisti.
La denuncia sociale
Parasite è anche un dramma sociale, dove immagini meravigliose e una magnifica fotografia mostrano due facce contrapposte della stessa nazione: da una parte, la ricchezza viene ostentata in maniera estrema, a tratti goffa, mentre scendendo per la città si scopre la miseria e la povertà (raccontate in una maniera magistralmente divertente) che separano in maniera netta la popolazione.
Questo fatto, così attuale e comune in tutto il mondo, anche in Italia, rende difficile la comunicazione tra gli abitanti di una e dell'altra parte, con una divisione che si riscontra nei valori differenti che hanno i cittadini. Quanta contemporaneità in tale situazione.
Bong Joon-Ho torna a casa
Per raccontare questa difficile situazione in cui il mondo intero è sprofondato, Bong Joon-Ho, dopo la sua esperienza negli Stati Uniti, torna nel suo paese di origine.
Gli ultimi film diretti da Bong erano infatti Okja (2017), produzione Netflix e Plan B Entertainment, e Snowpiercer (2013), il debutto del regista sudcoreano con un film in lingua inglese. Con Parasite, torna sul grande schermo la Corea del Sud, il film non contiene dialoghi in inglese, ma solo in coreano, nessun attore hollywoodiano questa volta è presente nel cast.
E anche se per il pubblico italiano può trattarsi di uno sforzo inumano, il consiglio, per godersi al meglio la Palma d'oro 2019, è quello di guardare la pellicola in lingua originale, almeno una volta, per assaporare questa autenticità messa sullo schermo da Bong Joon-Ho.
Una curiosità, per concludere. Il pubblico italiano sentirà una lingua familiare nel corso del film, infatti in una sequenza di Parasite, la colonna sonora comprende la canzone In ginocchio da te di Gianni Morandi.