Dall’arte al giornalismo, dallo sport al cinema, sono tanti i personaggi famosi deceduti in questo tragico 2020: da Franca Valeri a Gigi Proietti, da Ennio Morricone a Ezio Bosso, da Sean Connery a Eddie Van Halen; questi tra tanti, hanno lasciato il palcoscenico in un anno che è bene dimenticare in fretta ma che, tuttavia, verrà ricordato nei libri di storia delle future generazioni anche per un altro illustre decesso.

Dal mito alla leggenda: Napoli piange il suo dio

Così a poco più di un mese dalla fine del 2020 un altro lutto colpisce il mondo nel profondo del suo cuore: Diego Armando Maradona è morto ieri all'età di 60 anni.

Napoli, così ricca di vita e vivace, da ieri è in lutto e in una profonda disperazione per la perdita di un uomo che l'ha portata a toccare il tetto del mondo, rendendola grande come mai lo era stata prima. Non c’è divieto di aggregazione che possa fermare i napoletani a scendere in piazza, in quelli che sono i luoghi simbolo della crescita del giovane calciatore, accendere un lumino, condividere ricordi di padri e figli che sono cresciuti con un mito venerato e amato.

Maradona: l’uomo che amava fare del bene

Sono tante le storie che riaffiorano sulla vita del campione, aspetti che non tutti conoscono di lui e che lo rendono grande umanamente oltre che calcisticamente.

Maradona ha sicuramente vinto poco per il talento che aveva, ma è diventato un grade anche per il suo spirito combattivo, arrogante e affettuoso nello stesso tempo.

L'ex calciatore Pietro Puzone, in un'intervista toccante, parla di Diego come chi tra sbagli ed eccessi ha sempre saputo dare il meglio di sé anche dal punto di vista umano.

L'uomo ha ricordato quando riuscì a portare Maradona ad Acerra per una partita di beneficenza: la causa era aiutare un bambino che doveva essere operato d’urgenza, e Diego, a cui Ferlaino (il Patron dell'epoca del Napoli) non aveva dato il permesso di partecipare per paura si infortunasse, si fece, di tasca sua, un’assicurazione da 12 milioni pur di disputare la gara.

Il match incassò 20 milioni di lire che garantirono l’intervento del bambino.

Una partita che ancora oggi è vista da tanti nuovi tifosi che la cercano su youtube come la partita di Maradona “nel fango”, che indica come, quel giorno, non si sia risparmiato nel suo sempre formidabile gioco.

Federico Buffa, il noto storyteller televisivo racconta che Maradona - che avrebbe potuto infilare col suo piede sinistro un’arancia in un sacchetto a cinquanta metri - aveva la capacità di far sentire talentuoso e degno del suo rispetto uno come Bruscolotti che, sempre come lui cita 'quell’arancia avrebbe avuto difficoltà a riporla nel sacchetto pure da mezzo metro di distanza, con le mani'.

Un uomo quindi che sapeva fare squadra e soprattutto aiutare i suoi compagni in un continuo spirito collaborativo e stimolante.

Maradona e la musica: due compagni di sempre

Negli anni 80, con l’arrivo di Maradona al Napoli, la città cambia vestito e tutto sembra in salita, anche la musica cambia e comincia ad animare le serate napoletane di allegria; il protagonista è sempre lui, Diego.

Nelle locandine affisse nei muri si leggeva scritto: "Napule tre cose tene 'e bello: Maradona, Nino D'Angelo e 'e sfugliatelle". Lo scatto al San Paolo di Maradona con Nino D’Angelo è diventato una delle immagini più belle dell’epoca.

L’8 marzo 1991 Maradona salì sul palco del concerto dei Queen a Buenos Aires per annunciare "Another one bites the dust” e in quella storica occasione Freddie Mercury ebbe in regalo la sua casacca dell’Argentina con ovviamente il 10 sulle spalle.

Il 19 aprile 1989 invece, nel riscaldamento della semifinale di Coppa Uefa contro il Bayern Monaco a Monaco di Baviera, diede spettacolo con una serie di palleggi sulle note di "Live is life" degli Opus.

In prima linea nella politica internazionale

Maradona non ha mai nascosto le sue idee politiche e negli anni non ha mai evitato di farsi immortalare con i grandi politici della storia, dalla fede per il Che Guevara, agli incontri con i leader carismatici dell’America Latina fino ad arrivare a Putin.

Significativi furono gli anni che trascorse a Cuba, dove soggiornò per disintossicarsi dalla cocaina; qui trovò in Fidel Castro un secondo padre, un amico col quale ha condiviso anche la data della morte (entrambi sono spirati il 25 di novembre).

Per raccontare Maradona sarebbe sufficiente una sola gara, quell'Argentina-Inghilterra del Mondiale in Messico del 1986, poi vinto dall'Albiceleste. Un match che arrivava con l'ombra della guerra delle Falklands, o las Malvinas, combattuta tra il Regno Unito e l'Argentina. Diego come i suoi connazionali non accettava quella "sconfitta" per quell'isola caduta in mano straniera. El Pibe de oro confezionò così la vendetta perfetta, con quel tocco di mano beffardo nel primo gol e la straordinaria rete del raddoppio.

Questo è tanto altro fu Diego Armando Maradona, un uomo fatto di vizi e virtù che la storia ricorderà fino alla fine dei suoi giorni. Tra gli storici successi sul campo indimenticabili i due scudetti e la Coppa Uefa conquistati col Napoli.