Diabolik, film diretto dai Manetti Bros., è approdato nelle sale cinematografiche italiane il 16 dicembre 2021.

Si tratta di un progetto editoriale tutto italiano, portato avanti da due registi (Marco e Antonio Manetti) che hanno sempre manifestato apertamente la loro grande passione per la settima arte e per questo personaggio fumettistico che con grande coraggio hanno deciso di riportare sul grande schermo.

Il primo adattamento cinematografico di Diabolik

Prima del Diabolik dei Manetti Bros., il fumetto creato nel 1962 da Angela e Luciana Giussani ha già avuto un primo adattamento per il grande schermo ad opera di Mario Bava.

Il film del 1968 di Bava vedeva l'attore John Phillip Law prestare il volto al famigerato ladro mascherato, e Marisa Mell invece nel ruolo della ricca ereditiera Eva Kant.

Inoltre, il suddetto fumetto è stato anche trasposto in TV con una serie animata del 1999 dal titolo Diabolik: Track of the Panther. Si tratta di una produzione internazionale nata dalla collaborazione tra Saban International, M6 (Francia), Fox Television (USA) e Mediaset (Italia). La suddetta serie però presentava notevoli stravolgimenti per quanto riguarda alcuni personaggi, alcuni dei quali introdotti solo in funzione della stessa e per nulla presenti nel fumetto originale.

Questa nuova trasposizione filmica è liberamente tratta dal terzo albo della serie fumettistica originale, "L'arresto di Diabolik", all'interno del quale il ladro incontra per la prima volta la sua compagna e complice Eva Kant.

Diabolik: cinema allo stato puro

Il Diabolik dei fratelli Antonio e Marco Manetti è Cinema allo stato puro.

I romani Manetti Bros., registi provenienti dal panorama indipendente la cui opera prima è stata il più che discreto crime movie Piano 17 del 2005, sono riusciti nella titanica impresa di creare una piccola perla per quanto riguarda i cinecomics prodotti nel Bel Paese.

Al netto di un budget non proprio elevatissimo e neanche lontanamente paragonabile a quelli multimilionari di grandi blockbuster hollywoodiani a tema supereroistico.

Il film, prodotto da Astorina e Rai Cinema, riesce comunque a cavarsela egregiamente per quanto riguarda regia e messa in scena. La pellicola comprende un cast di tutto rispetto come il Luca Marinelli (già visto interpretare un villain nell'ottimo "Lo chiamavano Geeg Robot" di Gabriele Mainetti) che qui interpreta Diabolik, Valerio Mastandrea nel ruolo dell'ispettore Ginko, integerrimo capo della polizia della fittizia città di Clerville ed eterno rivale del ladro assassino dagli occhi di ghiaccio e Miriam Leone nel ruolo di Eva Kant.

Regia e fotografia in Diabolik

La regia dei Manetti riesce perfettamente a valorizzare, con campi lunghi e splendide panoramiche, gli stupendi paesaggi della città nella quale è ambientato il film.

Senza contare i numerosi primi e primissimi piani ai volti dei personaggi principali, come quello del protagonista Marinelli, volutamente monoespressivo e con uno sguardo capace di scrutare fin nell'anima di colui che guarda, che rende appieno giustizia alla controparte fumettistica. Lo stesso vale per volto di Miriam Leone, qui di una bellezza statuaria e di una rara bravura.

Impossibile inoltre non menzionare la geniale (anche se poco innovativa, sia chiaro) tecnica dello split screen usata nell'ultima parte del film, nel terzo atto ambientato durante un colpo sotto l'impianto idrico di una banca, che cattura in pieno la vera essenza del personaggio.

Anche la fotografia è un punto che va nettamente a favore del film, con toni prevalentemente caldi e rilassanti, ma che riesce a caratterizzare benissimo il protagonista principale, mantenendo un tono appunto quasi glaciale ogni qualvolta egli viene inquadrato senza maschera.

Un prodotto di qualità e personalità

Tra citazioni cinematografiche alla "Mission Impossible" e videoludiche varie (il terzo atto del film, quasi tutto ambientato sotto l'impianto idrico di una banca, ha delle scenografie che sembrano prese di peso da Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty), la pellicola riesce a costruire una tensione capace di tenere lo spettatore con gli occhi incollati allo schermo anche grazie a un ritmo e a dei colpi di scena che riescono a far "volare" i 133 minuti abbondanti della sua durata, nonostante le pochissime scene d'azione presenti.

Una dimostrazione e una prova del fatto che, col dovuto impegno di sorta, anche in Italia è possibile portare sullo schermo prodotti di ottima qualità e grande personalità.