Questa mattina davanti alla scuola Falcone-Borsellino in via Pensabene, nel quartiere Zen di Palermo è stata trovata la statua che rappresentava il magistrato Giovanni Falcone completamente distrutta. La testa è stata staccata dal busto ed è stata utilizzata per sfondare le vetrate dell’ingresso dell’edificio scolastico. Quest’anno sono 25 gli anni trascorsi dalla strage di Capaci che colpì il 23 maggio Giovanni Falcone, sua moglie, Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. Il tutto accade a pochi giorni dall' anniversario della seconda strage in Via d’ Amelio, avvenuta il 19 luglio del 1992, dove furono assassinati dalla mafia Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta.

Ovviamente sulla vicenda è stata aperta un’indagine.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, appena informato dell’accaduto ha subito preso dei provvedimenti, ordinando alle maestranza comunali di eseguire al più preso un pronto restauro per la statua simbolo di un grandissimo uomo. Ma ovviamente questo non basta e soprattutto non giustifica il perché di tale gesto. I dirigenti e gli insegnanti della scuola da anni cercano di diffondere la cultura e la legalità in uno dei quartieri più a rischio di Palermo. Nonostante ciò però non è la prima volta che questa istituto è bersaglio di atti vandalici. Dal 2010 ad oggi, infatti, si contano numerosi furti, incendi e devastazioni di ogni tipo.

I commenti di fronte a questo orribile gesto sono stati molteplici.

Primo fra tutti la sorella del di Giovanni Falcone, Maria Falcone che ha dichiarato: « Non ci arrenderemo mai e la statua risorgerà più bella di prima ma chiedo alla autorità di pubblica sicurezza di garantire per il futuro un presidio adeguato a un monumento simbolo della nostra città»

Anche il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni non ha esitare a commentare anche attraverso i social scrivendo su Twitter: “Oltraggiare la memoria di Falcone è una misera esibizione di vigliaccheria”.

Nel 2010 era accaduto un fatto analogo questa volta lontano dall’ Istituto. La mattina del 17 luglio 2010 una pattuglia di carabinieri aveva scoperto che le statue in gesso dei due giudici, realizzate dallo sculture palermitano Tommaso Domina, posizionate il giorno prima sul marciapiede in via Libertà, erano state danneggiate. E a poche ore dal ritrovamento, in varie parti della città erano stati strappati manifesti e locandine che pubblicizzavano la tradizionale fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino.